La manipolazione genetica. Scienza e Tecnologia: una rivoluzione etica

Da Stefano Nespor, Amedeo Santosuosso, Roberto Satolli “Vita, morte e miracoli. Medicina, genetica, diritto: conflitti e prospettive”

La scissione dei geni è – secondo un’espressione coniata da Victor Mc Kusick, padre della genetica medica – l’ultima frontiera dell’esplorazione anatomica del corpo umano, iniziata sistematicamente nel Cinquecento da Vesalio (De humani corporis fabrica) e giunta ora al più alto livello di applicazione. In larghi strati della società si è sentita fortemente l’esigenza di definire linee etiche fondamentali in cui il pluralismo delle stesse ha reso difficile riconoscere criteri univoci di comportamento.


In questa ottica i critici più accaniti hanno sostenuto che il Progetto Genoma ha caratteristiche più industriali che di ricerca.
Gli stessi fondatori del Progetto avevano avvertito della notevole consistenza degli interessi economici che ruotavano attorno a tali studi, tanto da indurre il Comitato Genoma ad inviare il 28 dicembre 1990 una lettera al Direttore del Centro Nazionale per la Ricerca sul Genoma Umano, in cui si metteva in risalto la non garanzia sia dell’uso a favore dell’umanità sia dell’uso nel rispetto della dignità dell’individuo.
Si temeva da più parti, che questa grande avventura di conoscenza, iniziata nel nome della fratellanza tra gli scienziati, potesse sfuggire di mano agli stessi promotori ed approdare ad una logica di mercato o peggio a tentazioni autoritarie.
Se si considera il potere derivante dalle conoscenze genetiche, come si può sottovalutare la potenza che esse potrebbero offrire ad un nuovo totalitarismo? così il sociologo francese Edgard Morin ebbe a dichiarare in un convegno.

Gli scienziati si sono posti delle domande: di chi sono ed a chi vanno pagati questi geni?
A tale proposito ricordiamo che Craig Venter, biologo statunitense, brevettò centinaia di sequenze di DNA umano per fini esclusivamente commerciali, avviando il lavoro in parallelo al Progetto Genoma. Scopo della Società che Venter fondò, fu quello di creare una Banca dati genomica.

Craig Venter


Ma ha senso brevettare pezzi di patrimonio genetico dell’uomo?
L’Ufficio federale della Proprietà Intellettuale di Berna - nell’agosto del 1993 - annunciò che anche in Svizzera erano brevettabili gli organismi prodotti con tecnologie genetiche e i particolari sistemi per produrli, purchè fossero rispettate determinate condizioni etiche ed ecologiche, una precauzione che non convinse né l’Europa né i Paesi Oltreoceano, perciò la Corte Suprema degli Stati Uniti pronunciò la seguente sentenza: gli organismi geneticamente modificati possono essere considerati una proprietà privata del suo creatore, non sono più della natura bensì bene comune dell’umanità.
Questa conclusione fu una rivoluzione etica.
Tolto al concetto di “vita” il significato di “ bene comune” non si comprende perché, prima o poi e in forme più o meno esplicite, anche la vita umana non possa diventare proprietà di chi la crea. (da Repubblica agosto 1993).

Molti ricercatori attenti al destino dell’uomo e del mondo in cui l’uomo vive, hanno sperato che possa esserci la possibilità di definire leggi che diano garanzie alla Terra e che esprimano esplicitamente la volontà di tutela della stessa nelle sue differenti forme.
Nel 1992 nella sola Inghilterra si produssero in laboratorio sessantaduemila animali transgenici ossia portatori di geni alterati mediante tecniche di ingegneria genetica.
La manipolazione genetica sottopone qualunque vivente ad un programma genetico di un altro vivente, trasferendo semplicemente dei geni; ciò mette in stretta correlazione la scienza e la tecnologia, i progressi nel campo scientifico danno luogo ad innovative applicazioni tecnologiche e le tecnologie avanzate supportano le nuove conoscenze scientifiche, come ad esempio la manipolazione genetica degli animali d’allevamento e la loro brevettabilità.
Gli attuali sviluppi delle tecniche di manipolazione genetica suscitano interrogativi di carattere etico e pratico: abbiamo proprio bisogno di nuove forme di sperimentazione su animali e piante, che possono minacciare l’integrità della natura e l’equilibrio dell’ecosistema, come è avvenuto finora? Pensiamo alle sementi selezionate e brevettate, da cui si sono ottenuti degli ibridi.
Tale diffusione di specie animale e vegetale con geni manipolati viene definita dalla stessa dott.ssa Sue Mayer di “Greanpeace” con il termine appropriato di genetic pollution.

Un articolo di Science nel luglio del 1992 riportava la notizia che era stato manipolato il DNA di un topo distruggendo un singolo gene, per creare un animale con deficit di memoria: un soggetto ideale per esperimenti di aggressività da sovraffollamento, in quanto l’incapacità di ricordare avrebbe ridotto la sua sofferenza per le condizioni in cui era costretto a trascorrere la vita. (da Tuttoscienze 22/09/ 1993).

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16 Dec 2020

Attualità e tendenze


Tina Ferreri Tiberio



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