Gaza: quella strage di innocenti

Non è una guerra ma un tentato genocidio

.
Bastassero soltanto le parole a spiegare ciò che si sta perpetrando in un’area geografica non così distante da noi, allora riempiremmo pagine d’inchiostro. Eppure niente può aiutarci a rassegnarci di fronte alla sistematica strage di innocenti nella striscia di Gaza ed al massacro dei palestinesi ormai in atto da mesi. Dal 7 ottobre 2023, dopo l’attacco pianificato da Hamas nei confronti di civili israeliani, attacco immediatamente condannato, è in corso una strage immane: più di 28mila morti, circa 70mila feriti: donne, bambini, giornalisti, medici, personale dell’ONU. Non è più possibile chiudere gli occhi di fronte a ciò che si configura sempre più come un vero e proprio genocidio ad opera di un popolo già esso stesso vittima di un passato genocidio, riconosciuto e ricordato ogni anno come monito perché atti di siffatta crudeltà non si verifichino più.

Eppure sembra che la storia insegni poco se i confini del mondo sono allo stato attuale afflitti dalle guerre al punto da sentire Papa Francesco affermare Se l’uomo ha strumenti di morte in mano prima o poi li userà. Come si può parlare di pace se cresce la vendita di armi? Quante stragi d’innocenti nel mondo. Basta guerre nel suo appello per la pace in Terra Santa. Come il Pontefice, desideriamo tutti che gli ostaggi vengano rilasciati ma al contempo abbracciamo Gaza nella sua resistenza agli attacchi e alle bombe che hanno distrutto la normale esistenza di un popolo.

Ogni giorno cresce il numero dei governi, delle istituzioni, dei partiti, sindacati e associazioni che lanciano appelli perché cessi il massacro dei palestinesi e si intervenga prontamente per ristabilire una convivenza pacifica tra i popoli. Al di là di qualsiasi orientamento ideologico ci si schiera a favore dell’essere umano in quanto tale, a sostegno di un’umanità ormai da troppo tempo flagellata da guerre, distruzione e morte mentre il cammino verso la pace si allontana sempre più. Sono pure tante, d’altra parte, le voci ebraiche di dissenso, fra cui il giornalista Gad Lerner, le scrittrici Edith Bruck e Livia Tagliacozzo, lo storico Carlo Ginzburg. Essi stessi affermano che “i massacri di civili perpetrati a Gaza dall’esercito israeliano sono sicuramente crimini di guerra; sono inaccettabili e ci fanno inorridire”.

Pare quasi che il mondo sia vittima di un nuovo conflitto mondiale an-che se gli scontri e gli attacchi in atto riguardano paesi non comu-nicanti tra loro. Si tratta quindi di guerre da epoca di globalizzazione, con colori e squilli di tromba che si diffondono a “macchia di leopardo” e che rischiano di toccare anche l’Europa che ha già visto spaccature e divisioni e si presenterebbe sicu-ramente poco unita per rispondere in modo appropriato.

Nessun discorso sarà quindi sufficiente per fornire risposte alla carneficina e all’ennesimo bagno di sangue nella striscia di Gaza. Eppure chi giornalmente si sintonizza sui notiziari, e possiede occhi per vedere e orecchie per ascoltare, ha solo poche e semplici parole da usare come arma di difesa. Mentre allora il Pontefice supplica che “cessino le operazioni militari” israeliane e implora la fine delle ostilità in Ucraina, ai comuni cittadini non resta che scrivere e lanciare appelli per una mobilitazione generale e urgente, al fine di mettere fine a una strage di proporzioni bibliche, per la fine dell’occupazione, per l’autodeterminazione del popolo palestinese, per la prospettiva indilazionabile di due popoli in due Stati, e perché si riaffermi il diritto di ogni essere umano a vivere in una pace in cui gli innocenti crescano e prosperino in grazia di Dio.

Posted

06 Mar 2024

Attualità e tendenze


Lucia Lo Bianco



Foto dal web





Programmi in tv oggi
guarda tutti i programmi tv suprogrammi-tv.eu
Ascolta la radio
Rassegna stampa