Il dramma senza fine della giustizia tardiva. Ricorre quest'anno l’anniversario di una delle pagine più nere della giustizia italiana.
Sono cresciuta in un ambiente culturalmente molto elevato ed i miei cari, oltre a donarmi tanto amore, mi hanno insegnato il rispetto della legalità e della giustizia e l’importanza della cultura che – come diceva sempre il nonno ricordandomi la frase storica di Seneca: “sii servo del sapere se vuoi essere veramente libero” – è la fonte primaria della nostra libertà. Affascinata dai racconti del nonno, grande avvocato penalista e convinto antifascista, sognavo di diventare un giorno un giudice per difendere con tutte le mie forze i diritti di ogni individuo e per cer-care di fare trionfare sempre la giustizia basandomi esclusivamente su indizi univoci, precisi e concor-danti, idonei ad assurgere con assoluta certezza a dignità di prova inconfutabile.
Anno 532 d.C.: dal connubio tra sport e politica la prima grande tragedia ultras
Gli ultras: da sempre non solo passione sportiva
Con qualche forzatura la vicenda che stiamo per raccontare potrebbe essere attribuita ad un gruppo di ultras “ante litteram”, considerato che il suo avvio e, soprattutto, il tragico epilogo hanno avuto per teatro un impianto sportivo, l’ippodromo di Costantinopoli (l’odierna Istanbul) capitale dell’Impero romano d’O-riente, e come protagonisti i tifosi suoi frequentatori.
Sarebbe impossibile qua trattare l’opera del grande scienziato: fare una critica alle sue teorie, integrarle con la genetica e le ultime costruzioni e scoperte pervenuteci.
Diremo subito che l’idea dell’evoluzione non era nuova, ma è il grande naturalista che portò indubbi apporti, vantaggi, alle scienze biologiche, riuscendo con estremo rigore scientifico a far progredire lo stesso pensiero filosofico.
Una rivoluzione linguistica avviata nelle trincee del primo conflitto mondiale
IL CONTATTO TRA GIOVANI DI REGIONI DIVERSE
A pronunciarle o ascoltarle oggi, parole come cecchino e imboscato non suscitano alcuna mera-viglia. Difficilmente, però, riusciremmo a risalire alla loro origine, così come di tantissime altre che appartengono al corposo complesso delle parole e delle locuzioni della lingua italiana che hanno preso forma nelle trincee della Grande Guerra, nel periodo tra il 1915 e il 1918.