Incontri ed interviste d'autore

Rosa d’Onofrio: “Voce” del Seneca 2020

Numerosi i suoi riconoscimenti. Nel 1999 riceve la “Stella al merito del lavoro” dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.

Per la IV edizione del Premio accademico internazionale di letteratura contemporanea L. A. Seneca 2020, la direzione del reading è stata affidata alla professionalità dell’attrice teatrale Rosa d’Onofrio, originaria di Foggia.
L’artista è stata la voce narrante – forte delle sue abilità interpretative – dell’intero repertorio delle opere classificate per le varie sezioni del Premio.
Una lunga carriera alle spalle iniziata, fin da giovanissima, studiando sia il repertorio drammatico che quello comico italiano lavorando con registi del calibro di Nucci La Dogana, Gaetano Capozzi, Renzo Paoletta, Ugo Gregoretti, Sergio De Sandro Salvati.

Inma J. Ferrero

Da Madrid: quando la cultura è di casa

Un tramite, un legame tra la poesia italiana – da lei amata e seguita – e quella spagnola e tanta carica umana unita a indubbie competenze letterarie. Inma J. Ferrero vive a Madrid e studia filologia spagnola; poetessa con una spiccata passione per l’haiku derivante non solo da un’attenta analisi critica ma dalla sua estrema capacità di sintesi nel saper cogliere il tutto nel particolare. Fondatrice e direttrice della Rivista letteraria “Proverso” e collaboratrice di “Revista Entreletras”. Direttrice e conduttrice del programma radiofonico “La fusa” di Radio Proverso. Critica letteraria, scrittrice di libretti per l’Opera e molte sue poesie sono state musicate da affermati compositori. Inma è ancora tanto altro in continua fase evolutiva, inarrestabile, alla ricerca continua di sperimentazioni in ambito culturale in cui spazia con naturalezza. Conosciamola meglio attraverso le sue parole, sempre mirate, accorte ed esaurienti

Alberto Amati, la musica fa parte del mio DNA

Ho conosciuto Alberto Amati un po’ di tempo fa su Facebook e, nel mese di dicembre del 2019, ho assistito con piacere ad uno dei suoi concerti in Polonia, a Poznań, la mia città natale. Il suo sorriso contagioso e la gentilezza hanno conquistato con facilità il pubblico polacco, permettendo ad Alberto di realizzare i suoi sogni e di continuare con successo la carriera artistica.
In questi giorni abbiamo parlato tanto ed eccomi qui con un’intervista in esclusiva e con un saluto speciale per voi lettori:
Buongiorno cari italiani, in questo momento difficile per tutti, volevo ringraziarvi per il vostro coraggio e forza d’animo. Vi auguro una buona lettura e spero che a breve tutto torni alla normalita (A.A.)


Monika Lukacs, cantante lirica di origine ungherese

Condiderata oggi una delle voci più preziose e affascinanti del palcoscenico operistico internazionale

Benvenuta Monika. La tua storia mi è molto cara, perché entrambe abbiamo lasciato la nostra terra di origine per il Bel Paese. Sei nata nella calorosa e accogliente Ungheria, una nazione flagellata in passato da numerosi "turbamenti politici". Quali sentimenti nutri e quali sono i ricordi che legano la tua memoria ai drammi della tua Patria?


Cara Izabella, ti ringrazio della tua intervista. Sono onorata.
Sono nata a Miskolc ed ho vissuto fino a diciotto anni con i miei genitori; dopo il liceo musicale-artistico, mi sono trasferita a Budapest dove ho iniziato gli studi di canto lirico al Conservatorio di Santo Stefano.
Sono stati anni importanti per la mia formazione musicale e Budapest è una città meravigliosa, colta, vivace, piena di musica. Durante i miei anni di studio, ho partecipato a numerosi concerti, iniziando dalla gavetta: a ventun’anni ho debuttato in Rigoletto al Teatro dell’Opera Erkel come Paggio, accanto ai grandi cantanti del teatro. Ero la più piccola, ciò nonostante, alla prova generale, ho invece cantato Gilda dalla buca d’orchestra, perchè la cantante era malata.
Ho avuto un’infanzia bella e tranquilla e sono cresciuta in una famiglia semplice che mi ha amato molto. La musica da sempre è stata presente nella nostra vita; mia madre aveva una voce bellissima, era un soprano di coloratura che cantava nel coro, mentre mio padre suonava il sassofono.
Ero felice. Sono sempre stata una persona positiva e solare. Mi piace trasmettere emozioni attraverso il mio canto e aiutare le persona bisognose. Faccio tanti concerti di beneficenza sia come cantante che come pianista ma anche in qualità di docente con i miei allievi.

Luigi Pagano: Ho la sindrome dello zigano

Un artista fantastico, un napoletano D.O.C. dal 2015 residente in Polonia, ha suonato anche con Paul McCartney ed è protagonista di numerosi programmi televisivi


Esiste un proverbio che dice "Vedere Napoli e morire": per i tuoi fans internazionali sei il simbolo di un italiano D.O.C: solare, caloroso, estroverso, un affascinante e talentuoso artista, cantante. Raccontaci un po’ delle tue radici italiane e del legame indissolubile con la tua Terra d’origine.
Sono nato a Pompei in provincia di Napoli. Ho sempre vissuto sul mare dalla parte di Torre Annunziata (Oplonti). Dal balcone dove sono nato vedevo il Vesuvio, il monte Faito e un pezzettino di mare che oggi non si vede più a causa delle costruzioni ma se salgo qualche rampa di scale ne vedo ancora. Ho Vissuto per 25 anni in medioriente tra mare e deserto trovando un po’ di Napoli ovunque, nella musica e nelle culture arabe. Napoli è più vicina a Beirut che non a New York quindi Napoli è più Libano che America infatti, è la città meno americanizzata d’Italia. Le radici napoletane sono forti di una cultura secolare e noi napoletani siamo consapevoli di avere una grande storia per questo siamo orgogliosamente "TERRONI". Ovunque vada porto sempre con me Napoli. Le canzoni che scrivo hanno il ritmo e le sonorità mediterranee, non sono ricercate ma escono spontaneamente dalla mia anima.

Com’è iniziata la tua carriera artistica: l’hai sempre sognata oppure è iniziata in modo spontaneo, accidentale? Hai suonato coi più grandi artisti di fama internazionale, tra cui Paul McCartney, e con famose star del cinema, partecipando anche a numerosi importanti programmi televisivi. Ti va di parlarne?
In casa mia ci sono sempre stati degli strumenti, mio padre era appassionato di canto. Mio fratello di 10 anni più grande di me, suonava la chitarra e per me lui è sempre stato un esempio, così ho incominciato ad emularlo. Quando i miei genitori si sono accorti che avevo un po di talent, mi hanno fatto studiare. Mio fratello qualche volta mi pagava le lezioni. Io non vengo da una famiglia ricca, ma sicuramente da una famiglia ricca di valori. Mio padre ha fatto sì che tutti noi figli (4) studiassimo. Ho formato la prima band a 14 anni e poi qualche anno dopo ho incominciato a lavorare nei pianobar di Napoli e provincia e non solo.
Paul l’ho conosciuto alle Maldive quando, con mia moglie Agnes, suonavamo lì. Ci siamo restati per sette mesi e Paul per tre. È stato più un rapporto personale che professionale. Quando finivo di suonare ci incontravamo nelle spiaggia sotto la sua villa e suonavamo le nostre chitarre fino al mattino. Paul mi ha insegnato l’umiltà. Più si è grandi e più si è umili.
Io e mia moglie Agnes abbiamo vissuto per sette anni in Kuwait dove è nato il nostro unico figlio Riccardo. Lavoravamo per la Sheraton Hotels, ma spesso, di mattina, eravamo ospiti di un pogramma TV che c’è anche in Polonia con nome di DD TVN, in Kuwait si chiamava Good Morning Kuwait.
In Polonia, dove vivo, sono spesso ospite in programmi TV come Jaka To Melodia?, Wielki Test, Dd Tvn, Mamma Mia, Cafè Piosenka, e spessissimo con la mia famiglia in Sprawa Dla Reportera ecc, ecc. Non ho mai forzato la mano per arrivare e neanche bussato alle porte.

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