Incontri ed interviste d'autore

Pagano e cristiano nell’opera di Cesare Borsa

Cesare Borsa, artista di grande e riconosciuto talento, è un figlio prediletto della Marsica di cui racconta, nella magia della trasfigurazione artistica, la storia secolare con infinita dolcezza. Pastori, carrettieri, contadini, venditori ambulanti, artigiani, spigolatrici, braccianti e donne del popolo si fanno metafora di un mondo reale che parla della metafisica di una “Terra Promessa” nella ricerca di una felicità terrena che si fa spirituale. Solo i “Grandi” riescono a rappresentare la quotidianità facendo trapelare la spiritualità nella luce emanata dai colori. Come diceva Braque “L’arte è fatta per turbare” con la capacità di rivisitare i luoghi fisici per farne paesi dell’animo.
Passare quindi da una descrizione artistica della natura e delle opere dell’uomo ad una descrizione interiore il passo non è lontano. Le sue splendide maternità affrontano, con un linguaggio pittorico chiaro e pregnante, le contraddizioni di una condizione esistenziale che coinvolge la sfera emotiva dell’osservatore. Se da una parte vede la tenerezza di un bimbo che ricorda il divino “Bambinello” dall’altra mostra la tragicità di un cucciolo d’uomo destinato ad una vita povera e travagliata.

A tu per tu con Vittorio Sartarelli

Autore del romanzo "Una vita difficile"

Chi è lo scrittore Vittorio Sartarelli? In tanti, forse in troppi, oggi scrivono libri: perlopiù ci si trova a dover fare i conti con lavori scritti o da ghostwriter o rimaneggiati dagli editor in maniera davvero pesante. lei invece, Vittorio, è uno scrittore passionale che scrive per rac-contare la realtà, soprattutto esperienze per-sonali che possono tornare poi utili al pros-simo.
Sono uno scrittore che si esprime con realismo e semplicità e che si basa sulla linea della più tipica narrativa verista” così sono stato etichettato dalla Dottoressa Pasqualina Genovese D’Orazio, critico artistico letterario dell’Accademia Internazionale “Francesco Petrarca “di Viterbo.

Annarosa Partipilo

La cultura dell’incontro al centro della poetica della musicista e letterata barese. Sui drammi della contemporaneità: «Le arti vanno messe al servizio della pace»

Straordinaria interprete di Beethoven o di Debussy al pianoforte, di Gaetano Greco all’organo, può suonare in solitaria, in compagnia dell’arpa o della tromba. O con l’orchestra. La sua tecnica va al di là delle note. E attinge a in repertorio vasto extra artistico: Annarosa Partipilo è un talento completo, maturo. Volto giovane e noto anche al territorio ionico, dal Golden Classical Music Awards alla terza edizione di Mousiké et Areté, il progetto di residenza artistica organizzato dal-l’orchestra Ico della Magna Grecia, i riconoscimenti ricevuti dalla 27enne barese raccontano di una personalità ecclettica che vive a tutto tondo con la Musica.

Intervista a Michele Petullà

Vincitore della sezione “Giornalismo” alla VI edizione del Premio Seneca 2022 con "Quale memoria dopo Aushwitz. Il ruolo della poesia"

Alla sua prima partecipazione Michele Petullà vince la VI edizione del Premio Accademico Internazionale di Letteratura Contemporanea L. A. Seneca nella se-zione “Giornalismo.”
Laureato in Scienze Politiche e Sociali presso l’Uni-versità di Torino, ha conseguito il perfezionamento post-laurea in Teoria Critica della Società presso l’Università di Milano-Bicocca e il Diploma del Corso di Alta Formazione in Comunicazione e Cultura presso la Pontificia Università Lateranense di Roma. Giornalista pubblicista, sociologo e studioso di scienze sociali.

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