Nel cinquantenario della morte di Picasso

Ricordiamo l’artista senza epoca

Pablo Ruiz Picasso nacque a Málaga il 25 ottobre del 1881 e morì a Mougins l’8 aprile del 1973. Fu un pittore, scultore e litografo spagnolo tra i più influenti del XX secolo e, mediante la sua poliedricità professionale, possiamo definirlo “l’artista senza epoca”. Infatti, incentrando l’attenzione sui suoi straordinari dipinti, troveremo degli stili versatili, che volgono all’adattamento multiforme dell’espressione visiva incentrandone, benanche, un orientamento attuale.
La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto. Con queste parole di auto-presentazione, l’artista ci lascia carpire la volontà di non distaccarsi mai da questo preciso concetto, dando quindi sfogo alla sua “creatività cieca” con l’arguto spirito di abbandonarsi al sentimento. Sentimento che si contraddistingue in periodi appartenenti a dei colori.






Nella fase del periodo blu, un quadro monocromo del 1903, ci conduce ad una fonte di malinconia. L’artista infatti, ci mostra l’importanza del “sentire” oltre ogni percezione visiva, lasciandoci sprofondare in un abisso doloroso. Inoltre, ci riconduce all’aforisma sopra citato che sottolinea la sua professione “da cieco” compenetrante con l’aspetto emotivo.

UN VECCHIO CHITARRISTA CIECO
L’olio su tela Un vecchio chitarrista cieco, ubicato nel The Art Istitute di Chicago, ritrae un mendicante non vedente seduto a gambe incrociate su un marciapiede di Barcellona mentre, in solitaria dimensione, si abbandona alla sua musica, forse unica speranza attiva sulla sua passività di vita. L’uomo, anziano e dall’aspetto deperito, ci trasmette, pertanto, l’idea di povertà e sofferenza racchiudendo un principio di elevata importanza, ossia una caratteristica decisiva sul potere dello stesso, quale la forza della musica che produce con la sua amata chitarra poiché dominante compagna del suo tempo. Tuttavia le emozioni dell’artista, riflesse su tela, percorrono dei particolari mutamenti artistici e poiché anche la sua vita sentimentale fu predisposta ai cambiamenti, non curante della fedeltà verso sua moglie, conquistò molte donne per poi lasciarle nella totale disperazione. Si narra infatti “della maledizione delle donne di Picasso” le quali, ammaliate dal suo intellettuale fascino, venivano illuse con delle false promesse, divenendo vittime di un tragico destino.

RITRATTO DI DORA MAAR
Il Ritratto di Dora Maar o Dora Maar seduta, eseguito ad olio su tela nel 1937, figura una giovane fotografa nonché amante dell’autore. Collocato al Museo Nazionale Picasso di Parigi conserva una stravaganza compositiva nonché ciclica del pittore, il quale dipinse una serie di ritratti delle sue amanti alternandone i soggetti di Dora e Marie-Thérèse.
La donna, coloratissima, balza ai nostri occhi con delle incredibili forme pregne di significato. Seduta su una sedia con braccioli dove posa elegantemente i suoi gomiti, conquista la scena con un vestiario variopinto ed una gonna rossa dallo stile scozzese. Le sue mani affusolate ed esaltate da uno smalto rosso imponente, delineano con forza le sue lunghe unghie appuntite. Tuttavia anche il suo volto, esposto di profilo, esprime una caratteristica particolare dalla duplice figurazione. Picasso infatti, con il suo estro unico, ci lascia imprimere la visione di sdoppiaggio del viso di Dora Maar, quasi a voler annunciare una duplice personalità della stessa.

E se d’altro canto anche gli occhi sono lo specchio dell’anima, in questo dipinto possiamo incentrarne ulteriormente la tendenza identitaria della sua amante mediante il suo sguardo che, con un'iride rossa e la sclera verde, ci induce al convincimento di una focosa determinazione. Poiché sia l’occhio destro della donna che l’occhiata – la quale oserei definire “del diavolo” – lascia infondere il concetto di sicurezza e di dominio contornato da quel verde “presagio” che può incentrare la forza di una speranza ben accesa e lussuriosa.
Nondimeno appare la sua risolutezza sul suo occhio sinistro che, figurato con l'iride verde e la sclera gialla, ci induce al tema di fiducia e di ottimismo. Fiducia che definita dalla speranza del verde e dalla radiosità del giallo, estroietta un’intensa sicurezza proiettata dalla positività.
Tuttavia anche la sua pelle, riflettendo delle colorazioni solari con predominanza di giallo, può inglobare lo stesso concetto roseo. Inoltre, i suoi capelli arcobalenici racchiudono dei colori sgargianti incentivandone delle possibili ed eclettiche sfaccettature della sua fascinosa anima verso Picasso, il quale scelse di immortalarla in questo quadro mentre gioca con un orecchino che ha indosso, smuovendolo in segno di seduzione.
In ultimo, osservando lo sfondo della stanza, potremmo interpretare le pareti a righe come linee della vita, dacché precisano e completano l’opera con perspicace carattere visivo modellandone, esaurientemente, la forma di questa carismatica massima:La pittura è solo un altro modo di tenere un diario. Cit. Picasso

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22 Apr 2023

Esplorando l'arte


Alessia Pignatelli



Foto dal web





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