I leoni di Sicilia

Un romanzo di Stefania Auci che celebra la nascita della borghesia e dell’industria attraverso le passioni e la vita di una delle famiglie più significative dell’800

La storia dei Florio
Chi ha amato romanzi quali Il gattopardo o I vicerè diventati un cult del ‘900 non potrà fare a meno di leggere tutto d’un fiato I leoni di Sicilia e il suo seguito L’inverno dei leoni di Stefania Auci, edito dalla casa editrice “Nord” dove ad essere paragonati a dei leoni che lottano impavidi dimostrando le loro doti di comando sono i membri della famiglia Florio, nome noto di versatili industriali e armatori.



I leoni di Sicilia, bestseller uscito nel 2019, è in breve tempo arrivato a vendere 650mila copie e i diritti del libro sono stati venduti negli Stati Uniti, nei Paesi Bassi, in Spagna, in Francia e in Germania.
Il merito di questo libro non è solo quello di raccontare in modo appassionante una storia familiare italiana, ma anche di farci scoprire e riscoprire cos’era il mondo degli affari e dell’industria in quegli anni. Infatti i romanzi sono la storia di una famiglia, a partire dai fratelli Paolo e Ignazio Florio, che emigrano dalla Calabria in Sicilia dopo il terribile terremoto del 1799 alla ricerca di una migliore condizione di vita. Aprono a Palermo un negozio di spezie. E quando l’isola, dopo la conquista dei francesi, diventa un crocevia a cui gli inglesi danno sviluppo nonostante la prematura morte di Paolo che lascia erede il figlioletto Vincenzo di soli otto anni, Ignazio forma una società con il nipote che prospera non solo nel commercio delle spezie o aromateria (come si chiama la loro attività) ma anche nel commercio di zolfo e nelle tonnare e la società acquista terreni e abitazioni e addirittura crea una compagnia di navigazione.
Quando muore anche zio Ignazio, Vincenzo assume la guida della società e tratta di tutto; anche la produzione di tabacco e del cotone e copre enormi distanze investendo nel settore dei trasporti. I suoi battelli a vapore arrivano perfino in America. Non Basta. Avvia la produzione del marsala e del cognac su modello degli inglesi.
La storia si snoda attraverso vari eredi del nome attraverso vicende alterne finché Ignazzuddu, a poco più di vent’anni, riceve in mano l’impero dei suoi predecessori che frattanto hanno dato la scalata anche alla politica: i tempi sono tuttavia cambiati e forse anche Ignazzuddu non ha la tempra dei suoi e, nonostante la madre e la moglie siano entrambe donne di grande spessore, arriva il declino e la perdita dell’impero economico. Resta tuttavia il grande impatto che i Florio hanno dato alla Sicilia e il loro nome è ancora un cult.

I Florio oltre i romanzi villa Igiea, la tonnara e i cantieri navali
Oggi le cantine Florio producono prodotti di grande prestigio e sono meta di turisti appassionati del vino e con quasi 50 mila visitatori anche stranieri, con eventi di cantina e il wine shop ha superato il milione di euro.
A ciò si aggiunge Villa Igiea che,voluta dal capostipite Ignazio Florio e dalla moglie Bianca, fu realizzata dall’architetto Filippo Ernesto Basile, già costruttore del Teatro Massimo di Palermo, affiancato dal pittore Liberty Ettore Maria De Bergelere e dal designer Vittorio Ducrot. Ne deriverà un capolavoro di arte e stile. Villa che dal 1900 ha aperto le porte ad ospiti illustri come il Kaiser Guglielmo II, lo zar Nicola II, il re d’Inghilterra Giorgio V o Costantino di Grecia che ne farà la sua dimora o il re del Siam e la regina di Romania.






Alcuni ospiti arrivano alla villa con i loro mezzi personali come Nathaniel Rotschild che sbarca a Villa Igiea dal Veglia, un panfilo con cinquanta uomini di equipaggio, il banchiere Vanderbilt a bordo del Varion, o ancora come il suo famoso collega John Pierpont Morgan, che fa scalo per due anni di seguito con il suo Corsair. Memorabile nel 1907 la visita del re d’Inghilterra Edoardo VII, della regina Alessandra e della principessa Vittoria, che sbarcano a Villa Igiea dal Victoria and Albert per rendere visita ai Florio.
Ad accompagnare il gruppo di amici, la zarina Maria Feodorovna, parente dei Windsor da parte del marito, lo zar Nicola II. Insieme ai Whitaker, una delle più famose famiglie inglesi di Palermo, i reali visitano con i Florio Monreale, le catacombe dei Cappuccini, la Cappella Palatina e Palazzo Reale. Colazione in albergo, e tè dai Whitaker, e alla sera di nuovo sulla nave in direzione Napoli.
Altri illustri ospiti preferiscono all’Hotel extra lusso luoghi più appartati e allora i Florio mettono loro a disposizione il loro leggendario Yacht, il Sultana.

Anche dopo la dipartita dei Florio, Villa Igiea resta l’hotel a cinque stelle rinomato in Palermo e non solo, tanto che ospita il jet set internazionale e vanta la presenza di Grace Kelly e Ranieri di Monaco insieme a Maria Callas. Nel 1962 è la volta di Alain Delon, Burt Lancaster e Claudia Cardinale tra una ripresa e l’altra de Il Gattopardo, quindi Kirk Douglas, Sofia Loren e Gloria Swanson. Dopo tutto questo splendore, per alcuni anni l’hotel vive un periodo di decadenza, legato alle vicende del gruppo di hôtellerie a cui appartiene. Finalmente nell’estate 2021, libero da vincoli, torna a nuovo splendore e viene ristrutturato e con il passaggio al gruppo Rocco Forte Hotels.
La famosa a tonnara di Favignana ha subito, dopo il passaggio di proprietà all’IRI e alla ditta Parodi, quello dell’acquisizione da parte della Regione Sicilia e dopo anni di restauro nel 2010 la tonnara è tornata accessibile diventando uno splendido esempio di archeologia industriale.
Il cantiere navale nel secondo dopoguerra ha avuto alti e bassi e nel 1966 è entrato a far parte dei Cantieri navale del Tirreno e Riuniti, società nata dalla unificazioni delle due società della cantieristica del gruppo Piaggio, i Cantieri navali del Tirreno con stabilimenti di Riva Trigoso e Genova e i Cantieri navali riuniti con gli stabilimenti di Palermo e Ancona. Anche questa soluzione però si è rivelata provvisoria, e nel 1973 è finito sotto la gestione dell’IRI e nel 1984 della Fincantieri, che con un radicale processo di riorganizzazione negli anni ’80 ha rilanciato lo stabilimento siciliano.

Leggere questi volumi significa immergersi non solo nella storia della Sicilia e dell’Italia dell’800 dove la brava autrice Stefania Auci, docente di scuola secondaria di I grado, ci porta con dovizia di dati e informazioni recepite frugando tra le carte della famiglia Florio e gli archivi storici, ma anche nel mondo personale dei protagonisti descritti nelle loro caratteristiche fisiche salienti, soprattutto in quelle personali: gli affetti, le passioni amorose, i progetti di vita, lo stile di vita. Anche gli abiti, i gioielli e gli accessori entrano a far parte del romanzo, rendendo il lettore l’occhio che vede e che ascolta i pensieri segreti dei protagonisti.
Ce li fa amare e ci fa sperare e condividere con loro le vicende rendendole attuali e vere, anche quando l’autrice, priva di documenti reali, ricorre ad invenzioni letterarie, come del resto aveva fatto il grande Manzoni. Solo che qui la storia è più che verosimile, è storia vera con persone realmente esistite e che tuttora sono una presenza nella storia d’Italia.
A prescindere dalla decadenza a cui andrà incontro l’impero economico realizzato e che ha dell’incredibile, è una storia di resilienza, di tenacia, di ingegno ma anche di dolore, rinuncia, sacrificio e ci fa capire come, da sempre, nulla è come sembra e che dietro a certe conquiste inaspettate c’è anche la sofferenza.
Lo stile fluido e la narrazione coinvolgente che non indugia mai su eccessi descrittivi o su interiorizzazioni, e che sa presentare in modo agevole i fatti storici di riferimento, rendono questo romanzo un vero bestseller, come confermano del resto i dati numerici delle sue ristampe e delle traduzioni fatte.
La storia, con i suoi intrighi e svolte inaspettate, ha dato origine anche ad una apprezzata serie televisiva nel 2023 di otto episodi con la regia di Paolo Genovese e la colonna sonora di Laura Pausini.

Posted

05 Feb 2024

Critica letteraria


Gabriella Paci



Foto di Stefania Auci





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