Un mondo nuovo... all'alba del terzo millennio

Quando questa emergenza sanitaria sarà terminata, molte cose cambieranno e tenendoci tutti per mano, saremo pronti a ricostruire in primis noi stessi, consci di un nuovo sentimento che ci unirà

Amo il silenzio delle 4:00 quando dorme la città e un ronzio mi assale nella mente come musica, melodia che invita il cuore a scrivere di noi, di questo tempo che sta cambiando, cedendo il passo, nostro malgrado, ad una “nuova Era”. Le strade ormai deserte già da tempo e noi liberi di ammirarle per com’erano, prima che l’orda umana le calpestasse e le invadesse in tutto il suo cicaleccio continuo. La strada sorride al marciapiede, il lampione dichiara amore eterno alla sua panchina, finalmente sola, abbandonata alla sua dolce e fioca luce.

Il mondo sta cambiando, nulla apparterrà “al prima” e questo nuovo tempo ci spinge a guardare tutto con occhi diversi, interrogandoci sul vero senso della nostra vita.

Il popolo Azteco (gli antichi Maya) credeva fortemente nell’arrivo del “Nuovo Mondo” pensando fosse la salvezza e la svolta della loro esistenza. Nell’attesa, compivano riti propiziatori, per la maggior parte disumani, data l’arretrata ed efferata credenza nelle loro tradizioni. E il Nuovo Mondo, un giorno, arrivò dopo covoni di anni. Quando gli spagnoli conquistarono le loro terre e distrussero i loro villaggi, edificati per lo più con fango e terra, devastati più e più volte da inondazioni e carestie, tutto il nuovo arrivò e il popolo Maya entrò a piè pari a nuova vita… quella degli spagnoli. Tutto questo costò il sacrificio di molte vite e con il passare del tempo si adeguarono alla nuova realtà. Ecco dunque, che in tempi a noi conosciuti solo attraverso le letture e lo studio delle antiche civiltà, il condizionamento epocale dettò legge, a tratti inaccettabile, lasciando dietro sè vittime, distruzione e dolore.
Diversamente dalla popolazione Maya, noi viviamo in dimore sicure, agevoli e ricche di ogni comfort e di sistemi informatici e telematici che ci permettono di interagire a distanza nei rapporti lavorativi e sociali, ma come loro, inaspettatamente, oggi siamo costretti a confrontarci e adattare le nostre abitudini di vita ad uno stile differente da quello che abbiamo vissuto prima dell’arrivo del famigerato COVID 19, che ci ha indotto ad attribuire un maggior valore al senso del rispetto, più coeso tra uomini e ambiente che ci circonda, dei luoghi che ci ospitano. Ed ecco allora le nostre belle città messe a nudo, quelle città che fino a poco tempo fa erano inondate da orde di gente, da auto inquinanti con gas di scarico velenosi, dai vocii continui a tutte le ore del giorno e della notte, sozzate in ogni modo senza alcun rispetto per l’ambiente, pur di soddisfare i nostri desideri. Un mondo ormai allo stremo da lasciare in eredità alle nostre generazioni future.
Ma tutto ciò non poteva durare ancora per molto. Quel Nuovo Mondo profetizzato dai Maya s’affaccia inaspettato anche per noi agli albori del terzo millennio; uno shock, parimenti, forse, solo a quello vissuto dai nostri nonni circa cento anni fa, quando un’epidemia, chiamata “spagnola”, decimò la popolazione mondiale, lasciando dietro sè solo morte e povertà. Anche oggi un’epidemia simile, della quale scienziati di tutto il mondo non riescono ad arginare le disastrose conseguenze per il genere umano.

Ma come sempre negli eventi negativi ci sono spunti di riflessione. Se spostiamo il focus in una direzione diversa, ci accorgiamo di altri aspetti. Per esempio osservare le bellezze e il fascino delle nostre città vuote, laddove, fino a non molto tempo fa, pulsava la vita, distratta, frenetica, incurante dell’importanza storica e culturale, architettonica e scultorea di strade, piazze, fontane celebri e maestose, imponenti strutture edificate nel passato e nel presente, che si ergono in tutta la loro bellezza e fascino. Città come Roma, con la sua bellissima Piazza San Pietro, l’imponente Colosseo, i Fori Romani, la celebre Fontana di Trevi e tanto altro ancora; Venezia e la meravigliosa Piazza San Marco, il Ponte di Rialto, il Canal Grande; Milano e Piazza Duomo, centro nevralgico per moda, arte e cultura, metropoli sempre affollate da gente che giunge ogni giorno da ogni parte del mondo per visitare la nostra bella Italia.

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Varcando i confini, al di là del Bel Paese, m’è d’obbligo citare metropoli come Los Angeles con la sua Fifth Avenue, sempre gremita in ogni dove, come pure Manhattan e Times Square ed anche la famosa Tour Eiffel e gli Champs-Elysees in Francia, e poi Londra, Madrid… un elenco interminabile di grandi città. Così appaiono oggi… vuote! Una situazione inverosimile a cui non siamo abituati. Ed è in questo triste frangente che colgo, attraverso immagini dal web e proposte dai media, un fascino che rapisce e mi regala una visione di questi luoghi che difficilmente sarei riuscita ad ammirare, privi dell’umana presenza, caotica, ciarlana e ridanciana. Vicoli e pertugi scavati dal tempo che li rendono così meravigliosi nel loro essere fermi, assorti nel silenzio, aspettando l’attimo di quiete. Immagini che porterò sempre nei miei occhi, immagini difficilmente potranno riproporsi. E che dire di Città del Vaticano e del Nostro Pontefice, solo, come Gesù Cristo, che fu solo nel portare la Croce dei nostri peccati; uno scatto che rimarrà nella storia, oltre che negli occhi e nei cuori del mondo intero.

Ed ecco che si configura uno dei lati positivi, pur se di magra consolazione, di questa tragedia umana ed epocale; quel punto di svolta che sta cambiando radicalmente la visione del mondo e di noi esseri umani che lo abitiamo; il passaggio dal mondo vecchio, che non esiste più, al “Nuovo Mondo”, portando nei nostri occhi la bellezza e l’emozione nell’aver goduto tali meraviglie che mai furono viste cosi limpide e solari, solitarie nelle loro strutture architettoniche, ma felici per quegli attimi di silenzio che li vede addormentarsi e risvegliarsi al primo sole del mattino, per splendere nei tenui bagliori dell’alba che accarezza le loro incantevoli forme.
Un evento storico, una boccata di ossigeno per le città, un attimo di tregua per i tanti monumenti e luoghi storici. La rinascita è qui, la “nuova Era” si affaccia a nuova vita con fare diverso. Tocca a noi salvaguardare anche la più nascosta delle strade, il vicolo più recondito, patrimonio del nostro travagliato passato, il paesino sperduto, dove l’andare in bicicletta rappresenta ancora il mezzo di locomozione ecologico per eccellenza ed una forma di rispetto per l’ambiente e per la terra, quella terra che abbiamo trascurato, snobbato, quella stessa terra, eredità del nostro passato, dei nostri nonni e dei nostri avi, fonte inesauribile di vita.

Quando questa emergenza sanitaria sarà terminata, sono certa che molte cose cambieranno e tenendoci tutti per mano, saremo pronti a ricostruire in primis noi stessi, consci di un nuovo sentimento che ci unirà. Ed anche il mare ci abbraccerà e giocherà di nuovo con noi, con le sue onde spumose e fresche, pulito, rigenerato, libero dai residui tossici delle fabbriche. Ed il cielo sarà azzurro, d’un azzurro che da tempo non riuscivamo più ammirare.
E quando saremo liberi di uscire, respireremo aria pulita e ci incanteremo nel vedere il cielo ed il sole come non mai. Io sorriderò al nuovo giorno, ma dedicherò sempre un pensiero, nella notte, alle panchine che s’addormentano accanto al loro lampione sussurrando parole d’amore.

Amo le 4:00 del mattino. Amo il suo silenzio, musica dolce che mi invita ad aprire il mio cuore e la mia anima… e scrivo.

Posted

15 Apr 2020

Pensieri e riflessioni


Tiziana Princigallo



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