La scrittura, la forma di comunicazione più alta per riflettere sulla nostra vita, per raccontare qualcosa a qualcuno e, anche, per lasciare una traccia di noi stessi nel tempo
Se vuoi cambiare il mondo,
prendi la tua penna e scrivi. (Martin Lutero)
Questo è uno dei tanti aforismi sulla scrittura; certo non ne definisce il significato in maniera esaustiva, ma considerate le conseguenze di quelle novantacinque tesi appese il trentuno ottobre del 1517 sulla Chiesa del castello di Wittenberg dallo stesso Lutero, dobbiamo ammettere che qualcosa cambiò davvero nel mondo...
La derivazione del termine Befana come Epifania, risale al greco ἐπιϕαίνομαι, apparire, da ἐπιϕάνεια, epipháneia, da cui feste dell’apparizione – del divino – o manifestazione del divino di vario genere pagano e cristiano: riti di rigenerazione della natura, compresi i riti celtici e ulteriori comunque antichissimi, e manifestazione di Gesù alla nascita con visita e omaggio dei Re Magi, ossia Maghi, anch’essi stregoni, sembra il 6 gennaio.
nel liceo Pisco-Pedagogico Benedetto Croce nella città di Avezzano
Saluto i docenti per la professionalità e la disponibilità nel misurarsi in un progetto metodologico e didattico così importante in una formazione capace di dare risposte alle complesse ed inedite problematiche della contemporaneità affinché diventino occasione di crescita non solo tecnica e nozionistica ma umana.
L’arte di insegnare – ha scritto Anatole France – consiste tutta e soltanto nel risvegliare la naturale curiosità delle giovani menti per progettare un mondo migliore superando difficoltà che sembrano insuperabili.
I giovani rivelano un malessere che preoccupa e che ci pone davanti a dei ripensamenti educativi
Sempre più giovani, anche di buona famiglia, manifestano comportamenti trasgressivi e violenti sia nei confronti dell’ambiente compiendo atti vandalici, sia nei confronti delle persone, con azioni di bullismo e di aggressione, spesso a mano armata. Sembrano scene da far west quelle a cui capita di assistere, anche in pieno centro e in ore diurne nelle nostre città.
Il 25 novembre in tutto il mondo si commemora la Giornata in-ternazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. La ricorrenza affonda le proprie radici nella storia di tre sorelle che hanno combattuto per la libertà del loro Paese
Ci accorgiamo di alcune realtà drammatiche solo quando accade qualche ricorrenza. Un anniversario che denuncia e condanna la violenza sulle donne invita ad aumentare la consapevolezza di essere ancora lontani da una società che considera uguali nei diritti l’uomo e la donna. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha indicato il 25 novembre come Giornata contro la violenza sulle donne in memoria delle sorelle Mirabal, attiviste politiche massacrate per ordine del dittatore Rafael Leònidas Trujillo.
Un papà racconta la sua visione dell’esperienza adottiva
Diventare genitori adottivi, iniziare un percorso così complesso e dare vita a una nuova famiglia, porta con sé un grande carico di emozioni, riflessioni e anche difficoltà.
Significa pure mettersi in discussione a ogni passo, aprire un canale di dialogo profondo con sé stessi, la propria compagna o compagno e talvolta anche con altre famiglie che hanno intrapreso un percorso simile.
Da genitori adottivi, mia moglie ed io ci siamo chiesti più volte: “Che cosa significa essere genitori? Cosa accomuna i figli e i genitori adottivi? L’amore è sufficiente per guarire le ferite dell’abbandono?”.
(Contro tutte le guerre, per la pace)
Ancora una volta ci ritroviamo così, a confrontarci con l’insensatezza di un conflitto che ha radici lontane ma che ribadisce uno scontro illogico e disumano tra popoli che condividono la stessa matrice umana. Ancora una volta restiamo inermi di fronte alla violenza mentre piovono notizie di bombardamenti e di uccisioni di esseri innocenti, tra cui molti bambini a cui viene chiesto di pagare colpe non loro.
La soluzione gilanica di Riane Eisler
Io canto le donne
prevaricate dai bruti
la loro sana bellezza,
la loro “non follia”
il canto di Giulia
io canto [...]1
Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni, non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili
Giovanni Falcone in gianniscardina.wordpress.com
(migliorativa della Teoria dell’Equilibrio di Nash)
Elaborata da Lucio Schiuma, autore pluripremiato di libri (romanzi e saggi) editi e da Maria Teresa Infante La Marca, Direttore del Dipartimento Solidarietà e Promozione sociale dell’Accademia delle Arti e delle Scienze filosofiche (BA), co-fondatrice della Stessa.
La Teoria del Giusto Livello (o del Livello Minimo) costituisce un completamento della Teoria dell’E-quilibrio che fruttò a John Nash il Premio Nobel per l’Economia (nel 1994), il quale aveva precedentemente integrato le teorie economiche di Adam Smith, unanimemente considerato il padre/fondatore dell’economia moderna/classica.
Riflessioni della scrittrice Maria Assunta Oddi
Carlo Bo nasce a Sestri levante nel 1911, è considerato il più grande critico letterario del novecento per la capacità di evidenziare al di là dei propri condizionamenti ideologici e culturali, l’anima universale della scrittura. In uno sforzo di comprensione storica Carlo Bo, infatti, parlando degli autori abruzzesi, non giudica secondo propri principi di estetica, ma ponendo le opere nel proprio contesto temporale-spaziale, ne evidenzia il rapporto con i destinatari.
Del resto la letteratura serve alla vita pratica e non solo alla comprensione dei fatti. Nella ricerca erudita come esperienza di lavoro metodologico Carlo Bo ha compreso che ogni autore continua a trasformare la società se comunica con le nuove generazioni.
Il giornalismo del Ventunesimo secolo è un giornalismo in transizione, diretto verso un paradigma ancora non chiaramente definito. I sempre più nuovi supporti tecnologici, infatti, spingono verso una necessaria ristrutturazione dei processi di produzione e di circolazione dell’informazione, così come introducono trasformazioni sociali che richiedono una riflessione rispetto ai bisogni dei cittadini. Oltre al formato – estensione, linguaggio, supporto –, che risulta più adeguato ai consumatori iperconnessi, il giornalismo si interroga su quale funzione sociale esso dovrebbe avere nella società contemporanea.