Pino Canta... poeta e artista del realismo terminale

I suoi assemblage partono da foto realistiche e procedendo per gradi, facendo vivere allo spettatore il processo di astrazione dell’oggetto. Le sue poesie: un assemblage di arte, ironia e tenerezza

Parlare di Pino Canta non è semplice ma quello che appare subito chiaro è che ci troviamo davanti ad un artista particolare e complesso; la comunicazione con Pino diventa possibile solo se si entra nel suo mondo. Le informazioni anagrafiche della sua vita e dei suoi studi fino alla laurea in architettura, si trovano nel suo blog. Io mi ritaglierò la possibilità di parlare con lui per capire che significato ha per Pino essere realista terminale.



Profondamente convinta che degli artisti contano solo le opere, chiedo subito a Pino di parlarmi della sua arte.

Queste sono le sue parole:


Le mie opere nascono da un’idea precisa. Parto dal concetto di creatività di Leonardo da Vinci che consiste nel portare una cosa già esistente un po’ oltre, partendo dalla realtà, senza spingersi troppo, per non interrompere la comunicazione fra l’artista e la gente. I miei assemblage partono da foto realistiche e procedendo per gradi, facendo vivere allo spettatore il processo di astrazione dell’oggetto.
Sento l’esigenza di trovare tanti piani espressivi nella stessa opera, che rientrano nella logica dell’accatastamento, in un’armonia di insieme di colori, forme, parole e nomi, per evocare un mondo che comunica. Inoltre, lavorando su piani tridimensionali, si possono osservare, per esempio, delle onde che diventano lamiere, creando una similitudine rovesciata. Lavoro spesso sull’idea di linee ondulate che simbolicamente partono da una connotazione naturalistica, per avviarsi verso una trasformazione ad oggetto, cercando comunque di mantenere all’interno di tutto questo un equilibrio; cercando di trasmettere le emozioni che viaggiano come un mulinello impazzito. Alla fine, ritrovando una quiete e un luogo nel caos, quasi un’opportunità per stare in questo mondo.

Molti miei quadri rappresentano la confusione metropolitana, in un passaggio che io credo ormai obbligato, passano verso una confusione cosmica. Questo è rappresentato nella mia opera che ho intitolato Confusione Spaziale, dove da un iniziale caos metropolitano si trasferisce l’onda, il vortice, in un lancio verso lo spazio, forse l’infinito.
Tutto questo dialogo estetico, umano, di oggetti (ci sono tanti razzi allineati) attraverso il messaggio artistico, si innalzano e viaggiano nello spazio come per un bisogno di speranza che si riapre nella dimensione dell’infinito.


In un’altra opera, chiamata Radici nella pagina del cielo, il concetto si sviluppa sempre partendo da onde di parole che vengono estrapolate da altre parole unitamente mescolate, che si intersecano in uno slancio ed esprimono concetti, nomi. Come se ci fosse un’urgenza di dilatazione nella comprensione umana, un serbatoio che raccoglie oggetti capaci di superare quella cortina di passaggio fra noi e tutte le risposte che hanno cercato i poeti e gli artisti di ogni epoca. In radici del cielo si vuole superare i confini terreni per proiettarli verso il cielo vicino.
Tutto questo viene espresso in E-mail verso la luce dove i flussi, come messaggi, vanno verso il cosmo e si avvicinano alla luce. Non so perché questo accade. Non ho una religiosità tradizionale, ma una spiritualità mia, in cui forse vivo, la grandezza e la pochezza dell’uomo. La nostra fragilità, si dimostra in come la mente umana sia stata così spietata da concepire questo mondo, in cui gli oggetti ci governano.
La mia arte è la narrazione di questo, di cosa siamo diventati, la ricerca di una speranza che cresca come un fiore carnoso come in Ingranaggio floreale e proprio lì, nel paesaggio emotivo del ricordo (riproduzioni di ricordi d’infanzia a Porto Empedocle) nasce la speranza verso il futuro, nonostante la distruzione della natura, l’ammasso di oggetti e la nostra condizione di schiavi invisibili.


Una volta entrati nella complessità suggestiva dell’artista, appare chiaro che anche la sua poesia è un prosieguo della sua arte. In questo testo che vi presento, poesia in versi liberi, viene esaltato un legame fortissimo con i ricordi: il taglio del dialogo evocativo, all’interno delle similitudini rovesciate, crea un effetto stupefacente. La contaminazione con altre lingue e dialetti (addirittura con il milanese), si tinge di effetti sonori, creando un assemblage armonioso e commovente: arte, piglio scanzonato, ironia e tenerezza.


LINDA AHORA AMISTAD

Dragone da croci
In fluid aquilone azzurro
Yes togliere chicchirichì
Sig Linde castelli di cristallo
Còme un dòmm di fiabe
Da sferiche idee
Sul mare un disco suona
Di chitarre plin plin plann
Baby dragone di stagno ero
Y ahora y ancora Amistad

Posted

01 Jun 2020

Realismo terminale


Taniuska - Tania di Malta



Foto di Pino Canta





Programmi in tv oggi
guarda tutti i programmi tv suprogrammi-tv.eu
Ascolta la radio
Rassegna stampa