Lucente luna d’acciaio per senni e oggetti perduti

Mostra di sculture inedite di Brunivo Buttarelli che costituiscono un ciclo tematico ispirato all'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto

Il 6 marzo 2023 c’è stata l’inaugu-razione della mostra dell’artista Brunivo Buttarelli, Lucente luna d’acciaio per senni e oggetti perduti, a Milano, presso l’Università Catto-lica del Sacro Cuore, (6-24 marzo 2023), all’interno del ciclo di opere ispirate all’Orlando Furioso di Ludo-vico Ariosto. L’evento segue una prima mostra fatta al Museo Diotti di Casalmaggiore (CR) (29/10/2022, 7/1/2023), curata da Walter Rosa e con un record di presenze altissimo.



Il progetto nasce da un incontro fra me e il Buttarelli, ed in seguito con il coinvolgimento del prof. Giuseppe Langella. Proposi a Brunivo di rappresentare in chiave realista terminale L’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, come parte di un progetto più grande che avevo in mente da tempo, vista la straordinaria versatilità dell’opera, e la possibilità di riferimenti, in chiave fantastica, alla nostra contemporaneità . Dal canto suo Brunivo aveva un’idea che prendeva forma e che aderiva perfettamente alla mia proposta.

Cit. L’idea quasi ossessiva di recuperare materiali e oggetti buttati con noncuranza dall’uomo nell’ambiente, perché considerati ormai inutili e morti, riportarli attraverso il mio lavoro a nuova vita, come in resurrezione, è la mia presuntuosa sfida. Una operazione che mi ha portato ad associare cromaticamente materiali in sculture dove il colore blu era stato fino a quel momento, senza una ragione precisa, quasi del tutto assente. L’idea di inserire questo colore nella mia ricerca operativa in maniera finalmente più copioso, è stata la notizia trasmessa alcuni tempi fa dai media, che annunciavano il rischio di collisione di una navicella spaziale in rientro, con un oggetto tra i tanti vagante in orbita terrestre.
È amaro constatare che anche nel cosmo l’incuria e l’indifferenza dell’uomo nei confronti della natura è ormai reale.
In quel momento la mia mente ha cominciato a viaggiare e la libera immaginazione mi ha portato a volare alto nel cielo, in infiniti e variegati sfondi blu.
Da un piacevole dialogo in un primo incontro con Tania Di Malta e in seguito anche col Prof. Giuseppe Langella, entrambi appartenenti al Movimento del Realismo Terminale, fondato da Guido Oldani, deriva il suggerimento di rivolgermi alla letteratura e, più precisamente, all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Nasce così l’opportunità di far germogliare un nuovo ramo al mio albero creativo rivolto alla letteratura, portandomi a rileggere questo poema e a riapprezzarne fortemente la dinamicità e la ricchezza dei personaggi…

Brunivo Buttarelli

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L’installazione si presenta come un racconto metaforico
Si compone di tredici opere realizzate con diversi materiali, proposte in sequenza come se fossero dei fotogrammi che esaltano il concetto di velocità. Ad ogni opera si accosta un testo poetico realista terminale, che prende ispirazione dal tema dell’opera. I poeti coinvolti sono: Guido Oldani, Giuseppe Langella, Marco Bruni, Pino Canta, Tania Di Malta, Emanuela Gelmini, Izabella Teresa Kostka, Beppe Mariano, Annachiara Marangoni, Angelo Francesco Puma, Stefano Giorgio Ricci, Francesco Sainato, Stefano Torre, Alessandra Vinotto.
Nelle tredici opere di Brunivo Buttarelli si intuisce quello che alcuni forse non sanno, cioè la sua grande esperienza nel campo del restauro e della scenografia. Sono queste esperienze passate le fondamenta che, unitamente al suo genio ideativo, gli permettono di creare così felicemente questa sua interpretazione dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Ed è così che Brunivo Buttarelli, definito l’ultimo Trasformatore dei mondi, in riferimento a: Tu che esplori intorno e vedi i segni, saprai dirmi verso quale di questi futuri ci spingono i venti propizi, Italo Calvino, da le Città invisibili, ci porta fino ai confini con l’Utopia, in un immaginario viaggio di Astolfo, per recuperare il senno perduto di Orlando in quella metallica luna, dove si accatasta tutto ciò che l’uomo, incautamente, butta via.

L’Ariosto diceva che l’unica cosa che non abbonda sulla luna è la pazzia, perché quella rimane tutta sulla terra. Anche Brunivo ci suggerisce la totale perdita della ragione nell’agire dell’uomo contemporaneo, recuperando in diverse delle tredici opere l’ironia, così cara al Realismo Terminale, dove anche La discordia, mirabilmente rappresentata, viene immaginata un po’ donna e un po’ pavone in un sapiente groviglio di rame. Ed è in questo mondo ribaltato che va letta l’intera opera, dove le cose giuste vengono buttate per l’incapacità di dargli significato e a terra rimane il non senso, le cose fine a se stesse, tutto il corollario della superbia umana; non più nel terreno della narrazione eroica, ma nel rafforzamento della pena ironica che già al tempo l’Ariosto stesso dava, quando diceva che nel poema, l’unico fornito di giudizio fosse il cavallo.
Eppure Brunivo cerca e trova ancora una volta lo stretto legame fra trasformazione ed utopia che si amalgama come in una Betoniera, Guido Oldani, la metamorfosi tesa verso la rinascita, pur nello spazio angusto in cui ormai l’uomo è prigioniero, seppellito dagli oggetti che lo inseguono, fino alla luna.
Ed è nella vocazione di trasformazione e rinascita che si colloca un fatto che pur nella sua essenzialità diventa straordinario: l’anno scorso in un momento di pausa lavorativa, mi venne a cercare una collega di cui avevo una conoscenza superficiale. Sapevo che aveva da poco perso Francesco, il figlio venutole a mancare dopo anni di dolore e malattia. Porta con se un voluminoso pacco e mi dice: “sai, sono sicura che tu saprai che farne”, poi va via ed io scopro dentro al pacco due busti ortopedici immacolati, i due testimoni degli anni di sofferenza di Francesco. Quei due busti sono diventati il fulcro dei due Armigeri di Brunivo Buttarelli.

Posted

22 Mar 2023

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Foto di Brunivo Buttarelli





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