Domenico Mancuso, in arte "Tieffe"

e la passione per l’arte, la cultura del bello, la moda, ma soprattutto la pittura impressionista

Avete mai provato a soffermarvi su una tela bianca? In essa troverete tutta la limpidezza dell’autenticità. Autenticità facilmente descrittiva in quanto pura e priva di firma, ma che talvolta può essere celata dai colori e dalle sfumature di un pittore che, con la riservatezza espressionale, ne preserva le consapevolezze della sua vita. Vi sto presentando un artista gorgonzolese ermeneutico che attraverso i suoi quadri ci trasmette sensazioni indefinite e ostiche da interpretare, ma che conservano delle ricchezze interiori come fossero abbracci di protezione. Ebbene, i suoi quadri sono proprio degli abbracci, abbracci da sentire, palpabili nelle emozioni.

Il suo nome è Domenico Mancuso in arte Tieffe e attraverso i suoi acrilici, crea delle dichiarazioni d’amore, di dolore, di instabilità, di sicurezza e di qualsiasi altro sentimento che lo travolge e lo contorna dalla sua straordinaria sensibilità. Le sue opere pittoriche non hanno titolo, ma hanno un vestito che si adagia sul cuore di chi vuole ascoltare e l’ascolto visivo può essere un abito bellissimo da indossare per chi riesce a sentirselo addosso...


OPERA PRIMA
Partiamo dall’opera della donna nuda che potrei intitolare nell’intimo della mia analisi, “introiezione della vita”, essa è sospesa dalla terra ma ai suoi piedi ha un drappo rosso, forse pregno di sangue, o forse pregno di passione, questo non ci è dato saperlo e nel rispetto dell’artista Tieffe il quale conosce ogni verità delle sue creazioni, noi proviamo ad identificarne il valore che ci accentra nella fusione della nostra logica morale. Un drappo avvolto sul piede destro che sembra non voler cancellare le radici della sofferenza e di quel sangue pulsionale che rappresenta la vita, vita racchiusa in un uovo, che sorretto come un trionfo d’amore da il benvenuto all’esistenza. Quell’uovo rotto in superficie ci da l’idea di una nascita che avanza in un nuovo mondo. Ai lati troviamo due uomini stanchi, che con fatica si orizzontano nella strada conducente all’indefinito beneficio. Beneficio che tradurrei come volta paradisiaca tra le nubi e tra le carezze solari che si affacciano in quell’orizzonte che separa le tenebre dalla luce. Si tratta di un dipinto di notevole importanza e di riflessione, dove l’aspetto contenutistico è sofferto, ma è anche determinante nella scelta del coraggio, in quanto i toni chiari posti centralmente ne condizionano l’oscurità ai margini al fine di raggiungere dalla sofferenza il trionfo della propria vita.

OPERA SECONDA
Di seguito, vi presento un nudo senza volto che definirei “condanna all’esistenza” dove la persona ritratta si trova chiaramente in una condizione di sconforto tra depressione e quella voglia insistente di fermarsi al cospetto della vita. Le sue braccia serrate come per coprire un volto ormai divenuto inesistente e le mani che si aggrappano alla condanna dell’esistenza cercano rifugio in un’identità che è stata tradita, o forse più direttamente travolta dalla tragicità degli eventi. Soffermiamoci dunque sulla parte superiore del dipinto che ne rappresenta l’anima del racconto. Ritroviamo in esso come dal quadro precedentemente descritto, quel drappo rosso, che qui appare per lo più come contenutistica degli inferi che bruciano l’identità personale lasciando abbandonare la persona alle condizioni esterne che la devastano, fino a raggiungere delle profonde crisi esistenziali tra domande che non suggeriscono risposte. La vita a volte è così, crudele come l’immagine che impersonifica il soggetto e letale come la mente che non riesce più a sospirare pensieri, condannata a quel rosso allarmante e a quello sfondo geometrico che non lascia molto spazio all’immaginazione se non all’idea che si tingerà anch’esso di quel rosso partendo proprio dal lato destro che propone in tal caso la tinta del sacrificio.

OPERA TERZA
In ultima analisi, lascio cadere l’attenzione alla produzione descrittiva del quadro con le due donne similari, ideandone un titolo che possa indicizzarmi all’autenticità magistralmente nascosta dall’artista Tieffe e che andrei ad intitolare “gemelle dentro una sola anima”. Due donne slanciate ornano la scena del dipinto e con il loro capo rivolto verso il basso incentrano l’attenzione sulla piramide che possiede all’interno una sfera. Questa originale immagine mi fa pensare alla sfera come richiamo alla luna e alle fasi lunari che appongono delle condizioni climatiche contrastanti sia sull’atmosfera naturale e sia sulla sensibilità psicofisica, ma al contempo la luna racchiusa nella piramide simbolo di perfezione, influisce uno stato di benessere. Le donne o l’anima singolare di esse racchiudono la concentrazione e la voglia di esplorazione che si trova ai loro piedi, il desiderio di voler essere assorbite da quella piramide ma al contempo, le loro radici le spingono verso l’alto, dove i capelli sembrano voler simulare degli enormi fardelli che le ricordano dove sono le loro
radici mentali, radici che si accomunano con quei rami alle estremità, segnandone bensì la razionalità posta in alto e il desiderio di evadere ai loro piedi, identificazioni contrastanti ma al contempo riconducibili alle velleità che determinano la loro esistenza.

Posted

13 Feb 2021

Esplorando l'arte


Alessia Pignatelli



Foto di Domenico Mancuso





Programmi in tv oggi
guarda tutti i programmi tv suprogrammi-tv.eu
Ascolta la radio
Rassegna stampa