A tu per tu con... Serenella Siriaco

Il magistrato che si è sempre battuto in difesa dei principi di legalità, giustizia e libertà

Non solo Autori di Oceano Edizioni ma persone, con una vita fuori dal contesto letterario che in pochi conoscono e che io spesso ho imparato a conoscere, considerando non solo il testo da editare ma la mano che ha coniugato l’opera, interagendo e creando rapporti di stima e affetto duraturi negli anni, come nel caso di Serenella Siriaco.

Interviste in cui limiterò i miei interventi affinché sia l’Autore/Persona a dialogare con il lettore.

– Serenella Siriaco ieri. La famiglia, le scelte di vita, gli ostacoli.
Nata dopo la fine della seconda guerra mondiale, sono stata sempre circondata dall’amore dei miei genitori e dei miei nonni, persone davvero eccezionali che ho scelto come esempio di vita perché mi hanno insegnato il rispetto dei principi della legalità e mi hanno aiutata a comprendere l’importanza della cultura, facendomi amare sin da bambina la lettura, l’arte, la poesia, la musica.
E proprio dagli insegnamenti preziosi del nonno, grande avvocato penalista di Reggio Calabria, è nato il mio amore per la giustizia che mi ha portata a vincere, a soli ventitré anni, il concorso in magistratura.
È stato duro affrontare da sola, così giovane, la mia carriera di giudice a Milano, anche perché osteggiata dai miei colleghi uomini che non gradivano che una donna potesse presiedere il collegio giudicante. Ho vinto gli ostacoli con la forza del sapere, con il mio orgoglio e, forse, anche con la mia tenerezza verso i compagni, in un cammino irto di difficoltà.

– Una professione di grande responsabilità; ha influito in qualche maniera nella tua crescita personale?
Ho svolto con passione e con umiltà una professione di enorme responsabilità che mi imponeva di decidere il destino delle persone sottoposte al mio giudizio, le cui condotte illecite spesso comportavano la privazione della libertà personale.
Dopo lo studio dei processi comprendevo ancora di più l’importanza del rispetto della legalità e ho sempre lottato per il trionfo della giustizia e per la salvaguardia del bene primario che è la nostra libertà personale.

– Per lavoro sei stata costretta a lasciare il “borgo natìo.” Napoli si porta nel cuore o si lascia a casa in attesa di tornarci?
Dopo aver vinto il concorso in magistratura, la mia prima sede è stata Milano, una città fredda, coperta dalla nebbia, senza sole, senza mare e tanto diversa dalla mia Napoli.
Vinta la tristezza, ho cercato di affezionarmi a questa città che presenta, comunque, un suo fascino; poi il destino ha voluto che proprio lì incontrassi Donato, il mio unico, grande amore. Da allora Milano si è vestita di una nuova luce ed è apparsa ai miei occhi più calda e più bella.
Napoli è per me una città meravigliosa, forse unica, anche per la sua anima nascosta e pura che molti ignorano. Una città che si fa amare e che resta sempre nel tuo cuore.
Sognavo sempre di poter un giorno tornare a casa e dopo trent’anni – trascorsi in parte a Milano e in parte a Roma – ho avuto il trasferimento. Ho pianto per la gioia e per la commozione e Napoli mi è sembrata ancora più affascinante e più ricca di colori e di poesia.

– Ora che puoi dedicarti alle tue passioni so che hai scoperto attitudini e inclinazioni alle quali ti stai dedicando.
Da quando sono andata in pensione mi sono dedicata alla musica e alla poesia, altre mie grandi passioni. Ho iniziato a studiare pianoforte e sono riuscita, con l’aiuto della scuola che frequento, anche a comporre delle canzoni. Poi l’entusiasmo sincero mi ha spinta a partecipare a dei concorsi in cui ho vinto dei premi per le sezioni narrativa e poesia. Piccole gioie che scaldano il cuore.

– Hai pubblicato un romanzo autobiografico “La donna e il giudice”, Oceano Edizioni nel 2019. Cosa ha rappresentato per te? Quali sono stati i riscontri?
Alle soglie della vecchiaia che avanza, ho sentito la necessità di raccontare la mia storia di donna e di magistrato, per lasciare ai miei cari una testimonianza del mio vissuto e per far capire che ognuno di noi, se vive nell’amore, se lotta per gli ideali in cui crede e se riesce a realizzare i propri sogni e i propri desideri, può ancora sorridere alla vita che conserva sempre un suo fascino. Il libro ha ottenuto un successo che non avrei mai immaginato e le bellissime recensioni scritte dai lettori, alcuni dei quali studenti delle scuole medie e pubblicate sui siti on - line (IBS libri, Libreria universitaria e Feltrinelli) mi hanno confermato che il mio racconto di vita, proprio per il suo intrinseco contenuto (amore per la famiglia, per i bambini, per il mondo, rispetto delle regole) è stato molto apprezzato sia dagli adulti, sia dai ragazzi. In questi giorni avrei dovuto presentarlo nelle scuole, ma il corona virus ha bloccato ogni cosa.

– Scrivi anche poesie e spesso in vernacolo, ancora Napoli che torna prepotente. Come nascono le tue poesie e cosa ti riproponi scrivendole?
Certamente non mi reputo una poetessa.
Trovo l’ispirazione nella bellezza di un paesaggio, nelle emozioni suscitate da sentimenti d’amore o di dolore, ma anche in avvenimenti particolari che invitano la mia mente a meditare e a scrivere. Quando compongo una poesia o una canzone è il mio cuore che canta il suo inno d’amore alla natura, ai bambini, ai miei genitori da tempo scomparsi, alla vita e a Napoli che con il suo panorama, mutevole e cangiante, ma sempre stupendo, ha ispirato tante poesie e canzoni divenute immortali.

– In tutto questo c’è anche una bellissima storia d’amore, un matrimonio solido con il tuo Donato, nonostante le traversie lavorative.
Verissimo. Donato è stato il mio unico, grande amore e ancor oggi, dopo quasi 45 anni di matrimonio, con la sua tenerezza rende magica la mia vita. A lui ho dedicato due poesie (Incanto e Occhi ridenti) e un brano musicale (Magia).


– Un ricordo felice? Un rimpianto? Cosa hai lasciato alle spalle?
I ricordi felici sono tanti. In particolare non dimenticherò mai la gioia provata dai miei genitori quando ho comunicato da Roma che avevo vinto il concorso in magistratura e la felicità dell’animo mio quando Donato mi ha detto che mi amava.
La mia vita è stata molto intensa e nel complesso serena. L’unico grande rimpianto è quello di non aver avuto figli (ed io amo tantissimo i bambini e a loro ho dedicato parte della mia vita) e di non potere più godere dell’affetto dei miei genitori che sarebbero stati felici dei successi da me raggiunti nel corso della carriera e dopo la pensione.

– Se vuoi e se senti di esprimerti: il tuo rapporto con Oceano Edizioni; autore- casa editrice.
La mia passione per la bianca luna, che mi ha affascinata sin da bambina, tempo fa mi ispirò una poesia grazie alla quale vinsi un premio ad un evento poetico estemporaneo intitolato “Tutta colpa della luna” indetto da “L’Oceano nell’Anima” a San Severo credo nel 2016. Quando la giuria ha pronunziato il mio nome, ho provato un momento di vera felicità; la gioia più grande è stata, però, quella di aver potuto conoscere dal vivo i titolari della casa editrice Oceano, persone di elevato spessore culturale e di grande sensibilità.
In seguito ho partecipato anche ai progetti editoriali di Oceano Edizioni con l’antologia AA. VV. dal titolo Ciò che Caino non sa – Le mani dei bambini (2018) e Alexandrae-Voci di donne (2018) riscontrando la bravura e la straordinaria professionalità di Maria Teresa Infante e di Massimo Massa.
Ho provato per loro una simpatia immediata, tramutatasi, poi, in affetto sincero e, senza pensarci neanche un minuto, ho avuto il coraggio di inviare ad Oceano Edizioni le bozze del mio libro autobiografico La donna e il giudice.
La casa editrice ha curato l’editing con grande competenza e con tenerezza nei miei confronti, consentendomi di realizzare un sogno che credevo impossibile.

– A tale proposito ricordiamo che hai appena ricevuto un prestigioso riconoscimento alla IV edizione del Premio Accademico Internazionale di Letteratura Contemporanea “L. A. Seneca”, sez. narrativa con un breve saggio.
Questo riconoscimento, quasi inaspettato, mi ha regalato un momento di grande emozione e di intensa gioia proprio perché nel racconto, scritto prima della tragedia sanitaria che stiamo vivendo, parlo del mio amore per la libertà, oggi negata.

– E infatti vorrei chiederti proprio dell’emergenza sanitaria del momento che ci ha confusi e frastornati. Come la stai vivendo? Che traccia credi lascerà nelle coscienze umane, e si spera al più presto, quando sarà tutto superato?
La sto vivendo molto male. Mi sento prigioniera, agli arresti domiciliari.
Bisogna stare molto attenti perché il Governo, anche se giustifica i suoi decreti con la drammatica situazione sanitaria in atto, ci sta privando dei nostri diritti fondamentali; in particolare della libertà per la quale ho tanto combattuto nel corso della mia carriera e forse anche della nostra privacy. Ci potrebbero essere le premesse per una dittatura strisciante. Ho molta angoscia e credo che dopo questa dura esperienza, per alcuni aspetti peggiore di una guerra, il mondo non sarà più lo stesso.


– Vuoi lasciare un tuo messaggio agli amici che ci leggeranno?
Ho sempre cercato di vedere il lato positivo della vita e desidero concludere la mia intervista con questo pensiero poetico scritto da me, che vuole essere per tutti coloro che mi leggeranno un invito alla speranza e all’ottimismo:

Libertà negata
La primavera saluta un mondo impaurito, privato della sua libertà; ma per noi oggi non è primavera. Abbiamo un nemico, un nemico invisibile che uccide se stiamo vicini.
Siamo monadi che vaghiamo disperate in un mondo deserto che non riconosciamo più, mentre la natura si prende la sua rivincita sulla follia dell'uomo. Un giorno il nemico verrà sconfitto. Un abbraccio, una carezza, un caffè con gli amici al bar, oggi vietati, ci faranno apprezzare ancora di più ciò che prima sembrava normale, ci faranno assaporare di nuovo la bellezza della vita nella gioia della ritrovata libertà oggi negata.
Felice, amore mio, mi tufferò nei tuoi occhi ridenti e solo allora, uniti in un tenero abbraccio, sentiremo nel cuore la primavera.

Posted

01 May 2020

Interviste: Non solo autore (Oceano Edizioni)


Maria Teresa Infante La Marca



Foto di Serenella Siriaco





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