L’amore si impara, la paura si instaura

Ragazza noi siamo bugie del tempo/ appesi come foglie al vento di Mistral…(*)

Soggiogati dalla paura siamo diventati il nostro peggior nemico. Qualunque cosa si faccia, qualunque decisione si prenda non lo faremo mai in serenità. La lotta è con noi stessi, l’altro è solo il riflesso della nostra condizione inquieta.
Abbiamo “imparato” la paura, ci siamo seduti ai banchi del terrore instillato giorno per giorno, a dosi quotidiane, prima e dopo i pasti, sempre abbondanti, masticando bocconi amari, frullando intelletto e un coacervo di notizie, dimenticando il cuore, strapazzato alla coque, un ventricolo a terra, l’altro sul divano, le valvole con i sentimenti a pezzi. Gli addominali poi, non ne parliamo, alzano il prezzo quando scatta il rosso mentre le notti vanno sempre in bianco. L’arancione si spreme a merenda e le arance le giochiamo a biliardo, a porta aperta.

DAD per tutti, belli e brutti, d’ogni colore e gusti non importa quanti anni abbiamo, i buoni promossi con lode, i cattivi dietro la lavagna con il cappello da somaro perché non hanno ripetuto la lezione a memoria e credevano che ragliare fosse naturale umano.
Poi si sfateranno i luoghi comuni e si saprà che il somaro non è ignorante e stupido ma è un animale docile, mansueto (qualità scambiate per stupidità) fedele e buono. La sua testardaggine invece è veritiera, dovuta all’istinto di conservazione, recalcitrante alle imposizioni non aderenti alla sua natura.

San Francesco lo preferì al cavallo, simbolo di ricchezza. Nel Don Chisciotte è utile e amato. Nel Vecchio Testamento il possesso degli asini elevava lo status familiare, grazie a uno scarno e servizievole asinello Maria e Giuseppe raggiunsero Betlemme e fu sempre un asino amorevole, insieme a un bue, a scaldare il Bambino nella grotta.
Insomma questo asinello, immortalato anche in grandi opere d’arte, è buono e sa elargire naturalmente amore e di amore avremmo tanto bisogno.

Ho combattuto il cuore dei mulini a vento/ insieme a un vecchio pazzo che si crede me / Ho amato Dulcinea insieme ad altri cento / Ho cantato per lei / ma perché? (*)

Meglio imparare ad amare che ad avere paura, forse abbiamo frequentato la scuola sbagliata o siamo quelli del “l’alunno è intelligente ma si applica poco, potrebbe dare di più.”
E come il filosofo Galimberti afferma, un buon maestro è colui che riesce a essere empatico, anzi “erotico” perché solo comunicando con passionalità (amore sviscerato) si riesce a trasmettere la conoscenza, insieme ai suoi effetti benefici.
Un insegnante amato “produrrà” alunni più preparati. E gioiosi.
Ma si sa, non abbiamo avuto buoni maestri (erotici manco a dirlo!) e le bacchettate possono incutere timore, far male, lasciare un livido ma non hanno mai insegnato le tabelline a nessuno.

Per fortuna in tanti sono nati asinelli e continueranno a essere generosi e amorevoli, accettando il basto per servire il padrone... il solo Padrone affinché il corso naturale degli eventi fluisca naturale e armonioso.
Un mondo popolato da asini sarebbe migliore e il raglio il canto di chi non chiede nulla in cambio.
Per amore, solo per amore, tutto il resto è… suicidio

Per amore, solo per amore/ del bambino perso sulle scale/ per tenermi se le gambe tremano/ e vedere dove gli altri guardano / No, Sancio non muore (*)

(*)Incisi in corsivo tratti dal testo musicale “Per amore, solo per amore” del cantautore Roberto Vecchioni. “Il professore” erotico.

Posted

10 May 2021

Pensieri e riflessioni


Maria Teresa Infante La Marca



Foto di Maria Teresa Infante





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