«Alla Sua Maniera»: il Divino Raffaello

BELLO, TALENTUOSO, FAMOSO amato dalle donne e stimato dagli uomini, è considerato, insieme ai grandi Leonardo e Michelangelo, uno dei più grandi artisti del Rinascimento italiano

«ILLE HIC EST RAPHAEL TIMUIT
QUO SOSPITE VINCI
RERUM MAGNA PARENS
ET MORIENTE MORI»

Tale epitaffio in latino, in cui si riassunse la grandezza artistica di Raffaello, fu scritto da Pietro Bembo per la tomba collocata ai piedi dell’edicola della Madonna del Sasso nel Pantheon, opera che lo stesso Pittore “commissionò” a un suo allievo, il Lorenzetto.

È stato pittore e architetto, tra i più celebri del
Rinascimento, genio della pittura e indiscussa
icona dell’arte italiana e mondiale.


In occasione dell’Anno Sanzio o Anno della Bellezza, come è stato definito il Cinquecentenario dalla scomparsa di Raffaello Sanzio, è giusto, dunque, tributare un omaggio al Genio Urbinate.
Durante il 2020 molti eventi e mostre si sono tenuti in onore del Principe dei Pittori non solo in Italia ma in tutto il Mondo, come quelli presso le Scuderie del Quirinale e la Domus Aurea in Roma, la Mostra nella Galleria Nazionale delle Marche in Urbino, nel Museo della Permanente di Milano, nella National Gallery di Londra, nella Gemäldegalerie di Berlino e la National Gallery of Art di Washington, per citarne solo alcuni.
«Fate posto al Grande Raffaello!» Verrebbe da gridare così come si raccontò che fece nel 1757 il Re Federico Augusto III nel portare a Dresda la Madonna Sistina, tanto da far spostare il suo trono per ammirarla meglio. Proprio quest’opera suscitò talmente tanti rapimenti mistici e, chissà sicuramente anche sensuali, da imprigionare milioni di osservatori, come accadde a filosofi, artisti, scrittori e poeti del calibro di Goethe, Dostoevskij, Puskin, Schopenauer, Bulgakov, Nietzsche, Heidegger, Ernst Bloch e Vasilij Grossman. Non fu, però, l’unica opera che accese l’immaginario e il cuore di intere generazioni per interi secoli ma, mirabilmente, tutta l’attività di Raffaello suscitò tali slanci emozionali.

Come mai? La risposta la dà lui stesso attraverso le sue opere: Raffaello è stato l’unico artista in grado di coniugare la bellezza della Natura con la plasticità delle forme classiche donando loro uno spirito di gentilezza e dolcezza. Non esiste opera del Genio Urbinate in cui un cielo non assuma quella solarità dei tempi felici o dove un corpo non abbia un’armonia e una simmetria perfetta o uno spazio preciso. Raffaello studiò tutto, assorbì e rivoluzionò tutte le conoscenze tecnico-artistiche del suo tempo realizzando una “nuova maniera”: la SUA!

La bellezza che traspare dai suoi affreschi, pensiamo al Trionfo di Galatea in Villa Farnesina, o dalle sue tele, immaginiamo la dolcissima Madonna della Seggiola, donano alla mente e al cuore un piacere “sublime” o meglio “divino” che ci spinge oltre la nostra fisicità terrena. È la bellezza umana che si trasforma in bellezza divina attraverso la grazia. Proprio per questa sua “maniera”, Raffaello divenne immediatamente e ancora in vita, guardiamo gli affreschi delle Stanze Vaticane realizzate per Giulio II della Rovere, o i bellissimi Arazzi per la Cappella Sistina per Leone X de’Medici e ancora i Ritratti fisiognomici di personaggi illustri a lui contemporanei, modello per altri artisti: fu osannato, ammirato, copiato, invidiato (noto è il rapporto di ammirazione e rivalità con il grande Michelangelo Buonarroti che, almeno da parte dell’Urbinate, non sfociò mai in odio o invidia) e trafugato da insoliti estimatori e ammiratori come accadde nel caso del potente Cardinale Scipione Borghese che “volle e ottenne in notturna” la Deposizione Baglioni.

Dopo la morte, avvenuta il 6 aprile 1520 nel giorno del Venerdì Santo, la sua l’immagine divenne ancora più potente, icona per i Romantici e i Preraffaelliti e la sua fama giunse fino a Picasso e Dalì.
Raffaello fu l’Artista che mise l’Uomo al centro del Mondo, rielaborando il pensiero Umanistico che nelle arti fu chiamato Rinascimento, restituendogli il ruolo di unico e vero protagonista della Natura e della Storia. Raffaello, figlio della Natura Naturata e Naturante, bello, come sostenne il Vasari nelle Vite, come Cristo (il suo volto è quello di Gesù nella Trasfigurazione), il Divino nelle Arti, non poté che essere sepolto e venerato, anche per queste e altre ragioni, con altre divinità nel Pantheon, come Dio tra gli Dei.

Posted

09 Jan 2021

Storia e cultura


Carmen Antonacci



Foto: Tomba di Raffaello, Pantheon (Basilica di Santa Maria ad Martyres), Roma.





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