Le barriere sociali hanno penalizzato le donne

pur non mancando apprezzabili esempi di capacità e di coraggio

Donne artiste cercansi
Ci siamo lasciati, lo scorso numero di OceanoNews, con un interrogativo rimasto senza risposta: è mai possibile che in oltre duemila anni di attività artistica – pittura e scultura in particolare – non vi sia stata una sola donna degna di essere annoverata tra i grandi maestri dell’arte universale? Non è certo un problema di “capacità”, se è vero che studi di psicologia e neurologia accreditano l’ipotesi secondo cui la creatività è ripartita paritariamente rispetto al genere.

Linda Nochlin e il movimento femminista
La notissima storica dell’arte statunitense Linda Nochlin (1931-2017) già nel lontano 1971, in un saggio pubblicato negli Stati Uniti sulla rivista ARTnews, si chiedeva: “Perché non ci sono state grandi artiste?”. Secondo Nochlin, significative barriere sociali hanno impedito alle donne di praticare l’arte, fra cui la loro esclusione dalle Accademie. “Il vero miracolo – afferma la studiosa statunitense – risiede nelle artiste che, nonostante gli ostacoli, hanno tentato e hanno raggiunto il successo”.
Il fenomeno non era sconosciuto nell’antichità: la donna si poneva semplicemente come modella o rappresentava un soggetto di ispirazione per gli artisti uomini. Tuttavia, già nell’Antica Grecia, operavano pittrici donne, sia pure in un ruolo marginale e non riconosciuto, almeno fino al XVI secolo. Soltanto dopo il Rinascimento, infatti, le figure femminili iniziano ad emergere: le donne artiste veramente grandi, quelle che possono essere considerate vere professioniste dell’arte, diventano più conosciute.

Un Michelangelo al femminile?
Quante artiste donne celebri – pittrici, scultrici, architette, fotografe, registe – conosciamo? Non esiste, nelle arti figurative, alcun equivalente al femminile di Giotto, Raffaello, Michelangelo, Cézanne, Van Gogh, Picasso, Manet, Warhol.
“Prive di incoraggiamenti, opportunità formative e riconoscimenti” – si dice. Il sospetto è che non siano stati predisposti itinerari tali da consentire a uomini e donne di scoprire e realizzare in ugual misura le proprie inclinazioni. Sebbene la disposizione alla creatività sia la medesima, alla donna continuano a essere proposti stili di vita e scelte professionali che sono ritenuti compatibili con un’idea ristretta e limitante di femminilità.

Le antesignane
È Plinio il Vecchio a consegnarci, tra i primi riferimenti ad artisti donne, alcuni nomi di pittrici greche degne di essere ricordate: Timarete, autrice di un’Artemide, ad Efeso; Kalypso, a cui Plinio attribuisce il ritratto del vecchio prestigiatore Theodoros e del ballerino Alkisthenes; Aristarete, pittrice greca di cui Plinio ricorda un quadro raffigurante Asklepios; Iaia, attiva intorno al 100 a.C., abile nella tecnica a tempera e ad encausto, famosa come ritrattista.


Le prime artiste donne nelle classifiche
Riviste specializzate hanno stilato classifiche delle artiste che hanno cambiato la storia dell’arte mondiale. Si tratta di una semplice rappresentazione statistica, evidentemente non esaustiva, che ci consente di “entrare” in un mondo semisconosciuto, seppur vivace intellettualmente e valido artisticamente.
- Sofonisba Anguissola (Cremona, 1532-Palermo, 1625) ha rappresentato la pittura al femminile tardo rinascimentale.
- Lavinia Fontana (Bologna, 1552-Roma, 1614), prima donna a dipingere una pala d’altare e il primo nudo femminile.
- Artemisia Gentileschi (Roma, 1593-Napoli, 1652 o 1656) figlia di Orazio Gentileschi, appartenente alla scuola caravaggesca, viene ricordata per essere stata la prima donna ad accedere all’Accademia di Arte del Disegno di Firenze. Lo stupro subito da un amico del padre l’ha elevata a icona della lotta alla violenza sulle donne. Dalle sue opere emerge una forza espressiva carica di rabbia e risentimento.
- Mary Beale (inglese, 1633-1699), considerata tra le ritrattiste di maggior successo dell’epoca barocca, è stata la prima donna ad aver scritto un trattato sulla pittura.
- Rosalba Carriera (Venezia, 1673-1757), la prima a introdurre i ritratti a pastello.
- Elizabeth Vigée Lebrun (francese, 1755-1842), considerata una delle più grandi ritrattiste del XVIII secolo, tra le poche fortunate donne ad essere ammessa all’Accademia Reale di Pittura e Scultura. Oltre ad essere un’artista talentuosa, Élisabeth era anche molto avvenente. Alcuni addirittura non ritenevano possibile che potesse essere in grado di realizzare opere così piene di talento.
- Berthe Morisot (francese, 1841-1895), una delle più interessanti pittrici impressioniste dell’Ottocento, cognata di Edouard Manet, di cui fu musa, ha dovuto lottare contro i pregiudizi del tempo prima di potersi affermare come pittrice.
- Mary Cassatt (statunitense, 1844-1926), amica e allieva di Degas.
- Frida Kahlo (messicana, 1907-1954)), ritenuta l’artista più anticonformista del suo tempo.
- Rebecca Horn (tedesca, 1944), famosa per le sue estensioni corporali.
- Marina Abramovic (serba naturalizzata statunitense, 1946), definita la “nonna della performance art”.

La speranza da non perdere
La conclusione non può che essere una: occorre dare merito alla capacità e al coraggio delle artiste che abbiamo citato. Sarà bene che ciascuno ne conservi a memoria il nome e le opere. Tuttavia, non si cancella l’impressione che il mondo della arti figurative sia stato declinato prevalentemente al maschile; un vero peccato, considerate le potenzialità creative delle donne. Non rimane che augurarsi un’inversione di rotta decisiva, a beneficio dei nostri nipoti che sfoglieranno i manuali di Storia dell’arte del terzo millennio.

Posted

20 Apr 2023

Storia e cultura


Duilio Paiano



Foto dal web





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