A Pescina la “Casa Museo Giulio Mazzarino”

Racconta in un percorso documentale la vita e le imprese di uno degli uomini più potenti nella Francia del Re Sole

Costeggiando il fiume Giovenco, una strada in salita, circondata dal bosco alle spalle della ridente cittadina di Pescina, conduce il visitatore nel luogo dove sorgeva la casa natale di Giulio Raimondo Mazzarino.
Mazzarino nacque a Pescina, cittadina dell’Abruzzo Ulteriore, il 14 luglio del 1602. Figlio di un funzionario dell’amministrazione dei Feudi di Filippo Colonna, passò la giovinezza a Roma. Educato dai gesuiti, si laureò nel 1622 in diritto civile e canonico. Entrato nell’esercito pontificio come capitano di fanteria, si distinse per le sue capacità diplomatiche nella guerra del Monferrato, regione contesa tra Francesi e Spagnoli.

Protagonista delle trattative di pace tra i due contendenti e il duca di Savoia, fu il principale artefice della pace di Cherasco. In questa occasione egli ebbe modo di conoscere il cardinale Richelieu, di cui divenne stretto collaboratore. Due anni dopo Richelieu lo fece nominare cardinale e lo indicò a Luigi XIII come suo successore. Dopo la morte del consigliere del re divenne primo ministro mantenendo il suo ruolo anche dopo la scomparsa di Luigi XIII. Alla corte di Luigi XIV Re Sole come saggio arbitro della politica assicurò alla Francia il predominio in Europa a scapito degli Asburgo. Morì fra la notte del 8 e 9 marzo 1661 lasciando a Luigi XIV un regno forte e unito. Tumulato a Vincennes, nel 1684 fu trasferito a Parigi, nella cappella del Collegio Mazzarino e deposto nel bel monumento di Antoine de Coysevox, opera di tardo barocco.
Il museo a lui dedicato situato, nella casa natale edificata nel 1500, è strutturato al primo piano con una grande stanza che funge da biblioteca e da sala lettura per la consultazione del materiale bibliografico “mazzariniani” e nel secondo piano da un salone, arredato con grandi pannelli di legno che custodiscono i documenti, utilizzato per convegni e conferenze.

Anche se distrutta dal terremoto del 13 gennaio del 1915 la palazzina, ricostruita su un erto sperone di pietra nel 1971 per tenace volontà dell’ingegnere milanese Gervasio Rancilio, conserva intatta la gra-ziosa loggetta rinascimentale aperta da due eleganti bifore alla piana del Fucino.
Ma quello che fa comprendere a prima vista l’im-portanza storica e che rende memorabile l’edificio museale è la scritta di una lapide sopra la facciata d’ingresso: “A egregie cose il bello animo accendono le urne dei forti e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta” (dall’Ode i “Sepolcri” di Ugo Foscolo) a dire che restano le opere a rendere immortali le grandi anime.



Invero l’anima di Giulio Mazzarino ha una vastità tale che nessuno dei sentimenti umani le è ignoto, dai più crudeli, spesso dettati dalla ragion di Stato, ai più gentili e nobili. L’anima sua ha la vastità e la varietà stessa della vita e questa è la prova della versatilità del suo genio. Ancora oggi è di esempio e guida a chi opera alla costruzione di un Europa in pace e unita. Mazzarino si sentì sempre un cittadino europeo e come tale si comportò. La sua visione politica era talmente ampia, come dice lo storico Stefano Tabacchi suo difensore dall’accusa di essere stato “machiavellico”, da delineare il prodigioso disegno politico di costruire un governo secolarizzato e un’Europa pacificata degli Stati. “Mazzarino prefigura il pacifismo che connoterà il pensiero politico del Settecento.

Per lui la guerra non è un fine ma un mezzo e ha come unico obbiettivo quello di condurre a una pace stabile che può essere perseguita solo su scala europea, e solo sulla base di precisi accordi” (Alberto Petracchi). Giulio, infatti, ebbe un ruolo fondamentale, come mostra il carteggio del trattato di Westafalia del 1648, nello stabilire la pace tra i principali stati europei in guerra definendo i confini tra i territori. Sorse in tal modo un nuovo ordine internazionale. La creazione di un sistema statale laico e aconfessionale, che permise la nascita del concetto di sovranità della Stato, fu certamente la sua più grande vittoria diplomatica. Il linciaggio morale subito dal Cardinale Mazzarino nel Seicento, soprattutto ad opera della Fronda costituita dai nobili che si ribellarono contro Mazzarino per contrastare l’assolutismo, non gli impedì di governare per vent’anni la Francia come primo ministro facendone la monarchia più potente dell’Europa delle monarchie, ma avrebbe dato origine alla leggenda di essere stato ipocrita, cinico, sodomita e anche italiano ossia “straniero”. A ribaltare il giudizio storico, considerando il Cardinale Mazzarino l’Italiano che fece grande la Francia, fu la biografia di Simone Bertière (Mazarin, Le maitre du jeu, Editions de Fallois). L’interpretazione positiva data dalla studiosa del Cardinale, nato per caso in Abruzzo, è stata condivisa da molti storici sia nel mondo accademico che amatoriale. Mi sia concesso citare a tal proposito, il Presidente della Istituzione culturale della “Casa Museo Giulio Mazzarino”, Dottore Franco Francesco Zazzara che in numerose e pregevoli pubblicazioni ha delineato, con dovizia di particolari, le caratteristiche personali di Giulio descrivendolo come uomo che conosceva l’arte della seduzione: “dotato di un’intelligenza superiore, era bello, fine, spiritoso, gentile, capace di mettersi in ascolto e di convincere, con il dialogo, della validità delle sue idee”.

Supportato da accurate ricerche d’archivio, conoscitore dell’etimologia greca e latina, motivato da una forte passione per la sua Pescina di cui rivendica l’antico splendore che ne faceva il centro marsicano più importante, esperto affabulatore, Zazzara affascina mentre guida nella visita del Museo. Nel relazionare ai visitatori i molti documenti, le foto, le opere d’arte riguardanti la vita e le opere del Mazzarino aggiunge delle interessanti riflessioni che invitano al dialogo con il fruitore attualizzando il personaggio storico immergendolo nella contemporaneità. Anche grazie al suo contributo la Casa -Museo sta diventando anche una biblioteca specializzata in pubblicazioni sull’Abruzzo.
Spetta ora alle famiglie, alle istituzioni scolastiche, alle associazioni culturali il compito più difficile: sensibilizzare la comunità, ed in particolar modo i giovani, alla riscoperta del territorio per la formazione di un’identità capace di affrontare in modo costruttivo le nuove sfide della globalizzazione. Quale inizio migliore di una visita alla Casa Museo Mazzarino per fare delle proprie radici ali!

Posted

29 Apr 2024

Storia e cultura


Maria Assunta Oddi



Foto dal web





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