Le “sorelle di Mozart” e le donne musiciste discriminate

Dal Medioevo al Novecento una lunga serie di pregiudizi che hanno imposto la musica classica prevalentemente al maschile

LE “SORELLE DI MOZART”
Negli ambienti musicali di tutto il mondo – il riferimento è alla musica classica – sono conosciute come “le sorelle di Mozart”. La definizione rappresenta gli innumerevoli talenti al femminile che sono rimasti ine-spressi, sconosciuti e persi alla cul-tura, alla musica in particolare. L’espressione trova la sua giustifi-cazione nella condizione in cui ver-sava Maria Anna Walburga Ignatia Mozart, chiamata Nanner (1751-1829), sorella maggiore del più noto Wolfgang Amadeus (1756-1791).

Il talento musicale di Maria Anna era unanimemente ritenuto dagli esperti almeno pari a quello del fratello. Le sue aspirazioni, invece, trovarono un muro invalicabile nella ferrea decisione del padre di farla andare in sposa, all’età di diciotto anni, a un nobile austriaco, perché facesse la moglie e la casalinga.
Le “sorelle di Mozart”, vittime di pregiudizi atavici che stentano a dissolversi ancora oggi, costituiscono una pattuglia di quasi clandestine divenute oggetto di dibattiti che testimoniano, per fortuna, un interesse e una sensibilità che cominciano a farsi largo con l’intento di abbattere barriere millenarie.

ECCEZIONI CHE… CONFERMANO LA REGOLA
Sono state riportate da tempo alla luce biografie e composizioni di donne musiciste. Non di tutte, però: in passato la musica sopravviveva soltanto se copiata a mano e quasi nessuno si prestava a copiare la musica delle donne, anche se queste erano incaricate spesso di copiare quella dei colleghi uomini.
Qualche lodevole tentativo di invertire la tendenza, tuttavia, non può ritenersi consolatorio rispetto a un fenomeno diffuso e iniquo per le donne. Alla corte di Ferrara, per esempio, si esibivano orchestre soltanto femminili, ma la loro musica non veniva diffusa.

LE DONNE? SOLO MUSICA DA CAMERA...
Per molto tempo comporre musica è stata un’attività riservata quasi esclusivamente all’universo maschile. L’aspetto più creativo della musica, la composizione, rimaneva una prerogativa degli uomini, nonostante studi recenti abbiano individuato una pattuglia di donne compositrici che si sono avvicendate nel corso dei secoli. Rimaste, però, semisconosciute, o sconosciute del tutto, dimenticate, vittime della condizione sociale e culturale delle donne nel corso della storia.
In epoca moderna le donne hanno composto soprattutto musica da camera perché le orchestre, maschili sino a tempi recenti, si rifiutavano di eseguire i loro lavori. L’unico ambito in cui alle donne era permesso presentarli era quello dei salotti domestici, “la sala da concerto” per eccellenza dell’Ottocento. Purtroppo, non tutti erano ritenuti adatti alle donne.
Tuttavia, per cercare un motivo di ottimismo in un’evoluzione del pensiero che miri alla rivalutazione delle donne musiciste compositrici, ci affidiamo ad alcuni esempi che aiutano a coltivare la speranza di ristabilire la verità.

MODELLI AL FEMMINILE, PER SPERARE…
- La tedesca Hildegard von Bin-gen; (1098-1179), badessa bene-dettina dell’abbazia di Rupertsberg e figura di elevata spiritualità, ha rag-gruppato le sue composizioni nell’o-pera Symphonia armonie celestium revelationum. A lei si deve anche il dramma Ordo virtutum.

- Maddalena Casulana (1544 cir-ca-1599), autrice di alcune compo-sizioni rappresentate anche alla cor-te di Guglielmo di Baviera in occa-sione dei festeggiamenti per il suo matrimonio. La musicista italiana giunse anche alla corte di Isabella de’ Medici, a Firenze.

- Francesca Caccini (1587-1640), compositrice e cantante, si è esibita nelle maggiori corti europee.

- Raffaella Aleotti (1570-1646), monaca a Ferrara, è stata autrice della prima raccolta di musica sacra pubblicata da una donna.



- La francese Elizabeth-Calude Jacquet de la Guerre (1666-1729), protetta da Luigi XIV, ha dedicato molte delle sue composizioni al Re Sole.

- La tedesca Amalia Catharina (1640-1697), contessa di Erbach, è ricordata per essere stata autrice di liriche spirituali.

- Maria Rosa Coccia (1759-1833), prima donna nella storia a ottenere il titolo di “maestro di cappella”, è stata vittima di forti antipatie e invidie tanto che nessuno ha stampato le sue composizioni. Per lei solo sterili elogi e apprezzamenti.

- Clara Wieck (1819–1896), moglie di Schumann, una delle poche donne ricordate nei libri di storia della musica, è stata tra le concertiste più acclamate in tutta Europa e una prolifica compositrice.

- Fanny Mendelssohn (1805-1847), sorella maggiore di Felix Mendelssohn (1809-1847): ha composto musiche pregevoli rimaste, però, a livello di semplici manoscritti per la resistenza opposta dal padre e dal fratello a riconoscerle il diritto a una carriera pubblica di compositrice.

- Louise Farrenc (1804-1875), compositrice, pianista e insegnante francese.

- Clara Baur (1835-1912), è stata la prima a fondare, nel 1867, un Conservatorio, l’Università di Cincinnati College-Conservatory.

- La francese Cécile Louise Stéphanie Chaminade (1857-1944), pianista e compositrice.

- Le sorelle francesi Nadia Boulanger (1887-1979) e Lilli Boulanger (1893-1918), prima donna a conquistare il prestigioso Prix de Rome.

LA MEMORIA DA RECUPERARE
Abbiamo proposto storie di donne che, nonostante i condizionamenti sociali e culturali del loro tempo, sono riuscite a dare alla musica un contributo che, ancora oggi, non trova posto nella memoria collettiva. Si tratta di discriminazioni particolarmente evidenti in ambito musicale, più che altrove: tutti siamo in grado, infatti, di ricordare all’impronta alcuni nomi dei più grandi compositori della storia musicale, ma pochi, pochissimi, potremmo menzionare il nome di qualche compositrice.

Posted

07 May 2023

Storia e cultura


Duilio Paiano



Foto dal web





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