Dalla Serbia: Vesna Andrejevic

Professionista delle tecnologie dell'informazione, docente di lingua e letteratura serba e di letteratura internazionale laureata in lingua e letteratura italiana. Traduttore esperto multimediale nel settore della scrittura e dell'editing

Quando nasce la sua passione per la scrittura?
Una bella domanda a cui non saprei rispondere esattamente. Fin da piccolissima ero affascinata dal mondo delle parole che “colorano” i nostri pensieri con la propria musicalità insieme al loro significato, un mondo che poi ho conosciuto meglio attraverso le fiabe, la cui magia mi segue ancora oggi. Sia nella professione che nella vita quotidiana, vivo sempre in un mondo fiabesco in quanto la bellezza e il lieto fine vanno cercati ovunque e in ogni persona che incontriamo. È così che nasce la mia ispirazione. Ricordo che a scuola mi divertivo ad aiutare i compagni facendo per loro almeno dieci diversi compiti sullo stesso argomento, all’insaputa dalla maestra che poi mi rimproverava: “Lo so che ci sei tu dietro i loro compiti, ma il problema è che non riesco a beccarti!”. Era un esercizio straordinario che mi ha aiutato tantissimo a saper “scrivere” e tradurre racconti, romanzi, poesie, drammi, aforismi, saggi, recensioni. Ma quello è stato soprattutto un fantastico “esame” di amicizia e affetto nei confronti dei miei compagni di classe che, da una figlia unica, consideravo come fratelli. Chi non sente un profondo amore verso il prossimo, non può scrivere, dipingere, comporre, recitare, cantare, non può fare arte, scintilla divina originata dal grande amore che il Signore ha per tutti noi. L’amor che move il sole e l’altre stelle... non dimentichiamolo mai.

Ha vinto diversi premi letterari in Italia e Svizzera. Cosa rappresentano per lei questi riconoscimenti?
Una gioia immensa o una gioia “fino al cielo” come si dice dalle mie parti. Perché i nostri sogni e desideri, se sono veri ed autentici, volano proprio verso il cielo, pur restando sempre con i piedi ben saldi e fermi per terra, con umiltà e fiduciosi che i miracoli possono accadere, perché l’impegno, la diligenza e soprattutto la sincerità con cui facciamo le cose viene sempre premiata… allora sì che un riconoscimento può regalare tante emozioni e soddisfazioni.
Scrivere in lingua straniera è molto gratificante, ma è anche difficile. Tutti noi abbiamo un codice linguistico nelle vene sin dalla nascita. Chi riesce ad arricchirlo con le altre sfumature linguistiche, pur rispettando tutte le differenze strutturali dell’idioma, riceve in cambio un universo di nuovi suoni, parole, tradizioni ecc., fonti inesauribili per la scrittura. Eventi, viaggi, incontri letterari rappresentano inoltre un viatico per la crescita artistica ed umana. Da questo punto di vista mi ritengo fortunata, viste le emozioni con cui la cultura italiana mi ha abbracciata e “coccolata” fino ad ora.

È stato un periodo difficile a causa della pandemia del COVID-19. Come l’ha vissuto? Ha scritto/tradotto di più? Di meno?
C’è una falsa convinzione generale secondo cui gli artisti sono più prolifici nei momenti difficili, quelli che dettano il ritmo dell’ispirazione, una eredità che ci viene del Romanticismo e del Realismo ovvero del Naturalismo. Un artista, uno scrittore, un pittore, deve essere sempre in piena armonia con se stesso, con la propria visione del mondo, ma anche con il mondo che lo circonda. Deve trovare un “legame-verticale – terra-cielo” con il quale esprimersi, altrimenti è turbato, confuso, perso, solitario. L’isolamento, la distanza sociale, la chiusura mentale ed emotiva, la paura non sono terreno fertile per l’arte. Non lo sono mai stati e mai lo saranno. C’è da credere che il grande Dostoevskij abbia avuto ragione quando sosteneva che sarà la bellezza a salvare il mondo, quella dell’arte e della solidarietà umana di cui ora ne abbiamo bisogno come mai prima.
Mi sono sentita una “Bella Addormentata”, imprigionata in un labirinto di ansie per i miei cari e per tutto il mondo, ma non appena sono uscita dalla gabbia emotiva, mi sono immersa subito nella scrittura e nella traduzione, tornando ai ritmi di lavoro a cui ero abituata prima della pandemia. Ho un debito nei confronti degli amici che ho perso soffocati da questo orribile male.

Cosa vuol dire essere pubblicata in lingua italiana? C’è qualche legame con questo paese, qualche pensiero che vuole condividere con i lettori?
Ho due cuori, uno serbo e l’altro italiano che battono all’unisono. Il mio legame con l’Italia è così profondo che ogni cosa che accade nella mia vita, prima o poi rivela un filo emozionante con la cultura italiana e soprattutto con la sua grande letteratura. I testi che scrivo in italiano o traduco dal e in italiano, le collaborazioni con le case editrici e varie riviste italiane, eventi culturali e reading poetici a cui partecipo sempre volentieri, mi rendono consapevole che l’Italia è una stella ispiratrice che brilla sempre più forte per aprirmi, con il suo splendore, ogni volta nuove porte. Sono immensamente felice e grata alla mia fiaba che si chiama “Belpaese”.

Ha tradotto diversi autori italiani in lingua serba. Qualche impressione da questa esperienza?
Rispondo con una frase magistralmente sublimata dal grande scrittore serbo Ivo Andrić, vincitore del Premio Nobel.
Così, ovunque nel mondo, in qualsiasi posto il mio pensiero vada e si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai soddisfatto desiderio dell’uomo di collegare, pacificare e unire insieme tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, perché non ci siano divisioni, contrasti, distacchi…
Vivo l’arte come un ponte che unisce due sponde, con le braccia tese verso l’una e l’altra. Ecco perché qualche anno fa ho ideato il progetto interculturale Ponte - Arcobaleno tra l’Italia e la Serbia con la collaborazione della casa editrice Fara Editore di Rimini. Una magnifica Kermesse: “Preghiera, coerenza, poesia… fonti di libertà” nei Balcani, in Serbia (2018) sulle orme dei grandi personaggi della cultura, dell’arte e della spiritualità serba. E questo è solo il primo passo tra le splendide iniziative che sono in programma post Covid. L’ultimo, ma non meno importante, la metafora “ponte-arcobaleno” si è incarnata ancora una volta nel 2019 con un viaggio in Albania (Tirana-Permet-Scutari-Berat) in un territorio cosparso di bellezze artistiche, paesaggistiche, come ha scritto Alessandro Ramberti, direttore editoriale di Fara Editore e ideatore di questo viaggio, ed io aggiungo anche umane.

Sta lavorando a un nuovo progetto? Ce ne vuol parlare?
Sto lavorando su diversi progetti, perché sono una traduttrice freelance e per tenere sempre alta la mia curiosità artistica ed intellettuale. In particolare sono impegnata a tradurre raccolte poetiche di vari poeti italiani e nello stesso tempo sto preparando la mia prima silloge poetica in quattro lingue: serbo, italiano, albanese e greco. Spero che il prossimo sia un anno fortunato. Un romanzo nuovo? Beh, non saprei dirlo… decidono sempre i miei personaggi.

Posted

07 Jan 2022

International news


Irma Kurti



Foto di Vesna Andrejevic





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