Gaqo Apostoli

Ingegnere meccanico, docente al Politecnico di Tirana, membro del Parlamento Albanese per tre legislature… con la passione per il canto e la poesia

Gaqo Apostoli, di professione ingegnere meccanico e professore, poi poeta, paroliere e cantante. Quale di queste passioni è nata per prima?
Penso che la passione per il canto sia nata e si sia sviluppata prima delle altre, ispirata dalle ninne nanne della mamma e poi, nel corso degli anni, da mio padre, che cantava le serenate e le canzoni in lingua italiana, imparate nella scuola tecnica di Coriza. Il mio primo spettacolo in pubblico è stato davanti ai compagni di scuola elementare, in occasione dell’11° compleanno di uno di loro. Ho cantato la canzone patriottica albanese Amo le mattine di maggio e quella italiana Bella ciao.
Nonostante siano passati più di sei decenni, ricordo con affetto le vacanze estive a Voskopoja, la città natale di mia madre, tra la bellezza dei prati e dei pini, la freschezza dell’aria e dell’acqua cristallina delle sorgenti, ma soprattutto quelle canzoni, indelebili nella memoria degli anni d’infanzia.

Rammenta quando ha scritto i suoi primi versi?
Le passioni nell’anima e nella mente umana nascono, crescono, si sviluppano e si estinguono rapidamente e in tempi diversi, ma quelle per la musica e la poesia non sono mai scomparse. L’inizio dei Festival della Canzone alla Radio e Televisione Albanese a Tirana, nel dicembre 1962, fu un evento storico e importante. A quel tempo avevo circa dodici anni e sono rimasto entusiasta e affascinato della bellezza delle canzoni, dei suoni e delle parole. Ero in quinta elementare quando ho scritto la prima poesia. Si componeva di due strofe dedicate a mia madre in occasione dell’otto di marzo e l’insegnante di lingua e letteratura mi chiese di leggerla davanti alla classe, definendola come una delle più belle poesie.

Lei è stato membro del parlamento albanese per tre legislature ed è una figura politica di spicco in Albania. Possono convivere politica e poesia?
In alcune delle mie poesie, per esempio A mia madre, Il politico, Neve a Tirana, Transizione e Il mio genitore celeste, la terminologia utilizzata riflette l’idea che esse siano “frutto” della convivenza tra politica e poesia. La “coesistenza” delle due, costituisce una delle caratteristiche della mia poetica, che conferisce maggiore forza espressiva alla poesia, “ammorbidendo l’aggressività” del linguaggio politico. La politica è di vitale importanza per l’attività umana e non solo la poesia, ma anche l’arte, possono e devono far riflettere con abilità artistica.
Vorrei citare qui uno stralcio della prefazione scritta dal poeta nazionale albanese Xhevahir Spahiu nel mio primo libro di poesie: “Politica e poesia! Entrambe le parole iniziano con ‘po’. Ma... nella mia immaginazione, a volte appaiono come esseri a due teste, che lottano tra loro e vogliono mangiarsi la testa a vicenda. Apostoli da anni naviga in due mari. Tra questi due, a quanto pare, lui sceglie automaticamente il secondo. La poesia. Quella fa parte della sua anima. In modo naturale lui sente che la seconda, la poesia, umanizza la prima, la politica. La salva dall’essere stigmatizzata. È proprio essa che alza il dito e accusa (la politica) ...”

In numerosi concerti, il pubblico ha applaudito le sue interpretazioni in lingua italiana. Cosa la lega all’Italia?
Il mio legame con l’Italia e la lingua italiana è multidimensionale. Prima di tutto riguarda il rapporto con mio padre, che la parlava molto bene, così come conosceva bene tante canzoni, principalmente quelle cantate da Claudio Villa, Luciano Tajoli, Aurelio Fierro, Peppino di Capri etc. Un giorno, dopo il festival di Sanremo del 1968, quando non avevo ancora 17 anni, mi diede il testo della canzone che Adriano Celentano e Milva cantarono in quella edizione, dal titolo Canzone, composta da Don Backy, dicendomi di “stare attento”, perché a quell’epoca era proibito categoricamente sentire o cantare canzoni straniere. Dopo averla imparata a memoria, ricordo di aver strappato il foglio di carta. Quella canzone mi ha accompagnato per tutta la vita e l’ho cantata in tutte le occasioni di quei anni; ancora oggi è evergreen nella vasta gamma delle canzoni che interpreto. Decenni dopo, è stata la prima che ha aperto i miei concerti molto seguiti sulla Televisione Nazionale Albanese Top Channel in occasione del 70° anniversario (2008) e del’80° anniversario (2018) della nascita di Adriano Celentano.
Tutti i giorni, per anni, all’una del pomeriggio a Coriza, mia città natale, con un parente stretto, Nasi Lera, grande scrittore e noto traduttore, correvo a casa dal liceo o dall’università e ascoltavamo Radio Praga in italiano e la classifica delle canzoni più belle nel programma Hit Parade trasmesso dalla RAI.

Quando ha calpestato il suolo dell’Italia e può condividere qualche ricordo con noi?
La mia prima visita in Italia è stata, decenni dopo, quando ho fatto delle specializzazioni a breve e medio termine. Nel 1984 due mesi di tirocinio professionale, presso l’azienda Pietro Pontiggia a Legnano nel settore delle Macchine a Controllo Numerico (CNC), mentre nel 1988 ho ricevuto dall’UNIDO una borsa di studio di quattro mesi, per Abilitazione nel Settore Riparazione di Linee e Macchine nell’Industria Meccanica. Tutto questo mi ha aiutato a consolidare la mia formazione professionale; la capacità ingegneristica e scientifica ha raggiunto un livello elevato, le conoscenze sociali, culturali e politiche sono state ampliate. In questo contesto ho avuto modo di visitare un’esposizione con le opere di Ibrahim Kodra a Salice Terme che mi ha lasciato un’impronta indelebile.
“Il famoso pittore albanese, Ibrahim Kodra” come si scriveva sui giornali di quei giorni o come era descritto dal grande Picasso, “il primitivo dell’età moderna”, rimase emozionato quando lo incontrammo invitandoci alla celebrazione del suo 70° compleanno nella sala del Teatro Comunale di Milano organizzata dall’Associazione Italo-Albanese “Lontano dal luogo delle Aquile”; ricordo che erano presenti numerosi rappresentanti della comunità Arbëreshë. Quando il moderatore e vicepresidente dell’Associazione, Antonio de Marco, ha presentato il nostro gruppo invitandomi anche sul palcoscenico, ho cantato in lingua albanese Voglio le mattine di maggio accompagnato dai suoni della chitarra. La gente cantava insieme a me, applaudiva e saliva sul palco chiedendomi un autografo. L’eco di quello spettacolo è vissuto a lungo nei nostri ricordi...
Nel dicembre 1991 ho incontrato il pittore Kodra nel suo appartamento e ci siamo scambiati dei regali. I suoi quadri La ragazza con un çifteli e La guerra per la pace fanno parte della mia collezione.

Cosa significa per lei trasmettere le proprie emozioni in un’altra lingua?
Innanzitutto vuol dire sperimentare uno stato emotivo nuovo e più elevato, in cui si aumenta la dimensione e l’energia della propria comunicazione, che non significa solo arricchirsi con un’altra cultura. In questo caso, lo sviluppo dell’attività umana supera e si aggira in una nuova orbita, che mi piace considerare come uno slancio trans cultural; ad esempio, ho tradotto in albanese la canzone Parla più piano di Gianni Morandi e davanti al pubblico canto la prima parte in albanese e la seconda in italiano, provando le grandi emozioni di questa trasformazione.

Lei ha partecipato al prestigioso Premio Accademico Internazionale di Letteratura Contemporanea ed è stato aggiudicato il “Premio Senato Accademia”. Cos’è questo riconoscimento: una vittoria, una sfida o un’altra opportunità per esprimersi?
Suppongo che non sia stato facile ricevere un tale riconoscimento tenendo conto del numero elevato dei partecipanti. Questo mi fa onore insieme al fatto di essere stato valutato da una giuria multidimensionale dal punto di vista professionale. Il riconoscimento, accompagnato dal corrispondente trofeo e il diploma, rappresenta una vittoria importante e significativa per me. Sia il premio che la sfida di affrontarlo, saranno a breve nella storia della mia attività poetica e artistica; l’opportunità che mi è stata data per esprimere le emozioni artistiche rimarrà un fatto importante e significativo.

Puoi darci una sua impressione della serata della premiazione del 15 ottobre 2022 che si è svolta presso il castello Normanno-Svevo di Sannicandro di Bari?
Ho portato via con me tante emozioni. Tutto è andato alla perfezione. Il palcoscenico dell’evento è stato magnificamente curato dalla Direttrice Artistica Maria Teresa Infante e dal Presidente Esecutivo del Premio SENECA, Massimo Massa. È stato un grande piacere poterli incontrare di persona. Le varie interviste durante la premiazione sono state occasioni per conoscere diversi poeti e personalità dell’arte e della cultura. Nel corso della cerimonia ho anche avuto l’opportunità di cantare Dio come ti amo di Domenico Modugno. Gli applausi che mi hanno accompagnato durante l’interpretazione in quella serata speciale mi hanno regalato una felicità infinita.

Come si presenterà prossimamente davanti al pubblico: con un testo di canzone o come cantante?
Dal 2010 ad oggi quando scrivo una poesia, nasce anche una melodia. Quando è terminata, collaboro con il compositore Lambert Jorganxhi, che la trasforma in note sul pentagramma. Il brano Il mio genitore celeste, presentato al secondo Concerto da solista “Apostoli & Friends”, ha avuto molto successo. Ora stiamo terminando altri brani frutto della collaborazione Apostoli & Jorganxhi. Nel frattempo sto ultimando il mio terzo libro di poesie.

Posted

18 Nov 2022

International news


Irma Kurti



Foto di Gaqo Apostoli





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