La Jihadista

Una storia avvincente, un romanzo di Ayelet Pianaro in cui le ambizioni politiche si amalgamano magistralmente con il fanatismo fondamentalista, per partorire violenza allo stato puro

Leggere il libro di Ayelet Pianaro fa un certo effetto. Sorpresa, ammirazione, imbarazzo ma soprattutto coinvolgimento. Non è poco e non soltanto per la complessità dell’ordito narrativo, orchestrato molto bene dal punto di vista letterario, ma anche per le tematiche trattate, tutte indistintamente di notevole importanza sociale, culturale, politica e umana. La Pianaro, nata a Vicenza trentasette anni fa, ha studiato è si è diplomata negli Stati Uniti, nel Nort Carolina. Solitamente nei suoi scritti tratta problemi sociologici; La Jihadista rappresenta il suo primo impegnativo esordio nel genere letterario Thriller Fantapolitico.
Credo non sia stato semplice districarsi, così egregiamente, in tematiche di estrema attualità, nelle quali si è inserita con competenza e precisa razionalità, sia sotto l’aspetto narrativo, esaustivo e fluido, che psicologico e intellettivo.


La trama, pregna di risvolti umani e sociali di spessore, è narrata con naturalezza ed è ambientata principalmente in Medio Oriente, in un contesto attuale con evidenti riscontri socio-politici coevi con la realtà del nostro tempo i cui eventi si susseguono giornalmente, gravosi e drammatici, destabilizzando l’opinione pubblica di tutto il mondo, una globalità che non ammette esclusioni per nessuno.
La protagonista è una ragazza romana di origine ebraica, Lia Meyer, la cui adolescenza è stata violata da uno stupro che cambierà profondamente la sua esistenza. Turbata e perseguitata dal ricordo di questo drammatico episodio che la condurrà alle porte del suicidio, viene tratta in salvo in extremis dall’intervento di padre Romano, un prete amico di famiglia, che l’aiuta a recuperare la sua identità ferita.

Su incarico del Vaticano, il prete viene inviato in Siria, in un campo di rifugiati vicino Damasco. Un giorno, purtroppo, navigando sul web con il suo computer, Lia assiste all’omicidio di padre Romano, decapitato per mano dell’Isis. Un evento che la farà soffrire e che costituirà una svolta importante alle sue complicate problematiche psicologiche che le rendono la vita impossibile.
Spinta dal desiderio di vendetta, Lia intraprende un’avventura pericolosa, quasi senza ritorno, arruolandosi nelle file dell’Isis per scoprire l’identità di colui che aveva ucciso padre Romano. A Sarayevo trova i contatti per realizzare questo suo desiderio. Incontra uomini che nel complesso meccanismo della guerra tra Isis, Siria, Turchia e Curdi, diventeranno suoi amanti oltre che compagni in vari episodi terroristici. Alcuni verranno uccisi, altri diverranno kamikaze.



Lia poi verrà a conoscenza di un complotto per assassinare Papa Bergoglio per mano di un Killer professionista, ex gesuita ed ex adepto dell’Opus Dei, associazione clericale con indirizzi massonici e finalità complesse e misteriose.
Mi ha stupito la descrizione minuziosa e particolareggiata dell’attentato compiuto dall’Isis a Parigi al Bataclan, del 13 novembre 2015, dove ci furono più di 100 morti e circa 400 feriti, il più sanguinoso e feroce attentato in Europa, che ha seminato panico nell’opinione pubblica mondiale. La narrazione è così veritiera che fa riflettere sul come si possa restare impotenti di fronte a scene così efferate di violenza da parte di assassini seriali che mettono quotidianamente a repentaglio la vita di persone innocenti in ogni parte del mondo.
Non è il caso di svelare la conclusione del romanzo, che si articola tra guerre e attentati, tra tragico e romantico, tra amore, sesso e morte che accompagnano il lettore fino all’ultima pagina. Un libro dal messaggio importante, che induce a riflette sul problema del terrorismo, per arginare ed estinguere il quale è necessario e indilazionabile un intervento congiunto, massiccio e completo di tutti gli stati civili. Credo non sia possibile che nel terzo millennio l’Umanità sia ancora vittima di tanta violenza e ferocia.
Desidero tributare all’autrice i miei più sinceri complimenti per il modo e la perizia veristica che saputo infondere in questo suo primo romanzo fantapolitico, pregno di inventiva e filosofia di vita, ponendo, al fine, una riflessione condivisa sull’importanza che ricopre il ruolo della famiglia nella società, da considerare come prima e indispensabile istituzione civile dell’Umanità.

Posted

21 Jan 2023

Critica letteraria


Vittorio Saltarelli



Foto dal web





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