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Barone, il poeta-cantastorie che ama rivelare senza ristrettezze di pensiero il suo intimo diario: fatiche e gioie, irrequietezze e luminosità del suo vagabondare terreno

Recentemente è stato presentato l’ultimo libro di poesie di Nino Barone, apprezzato e ben noto autore di liriche in lingua siciliana. L’evento, che si è svolto a Trapani nei locali della Sala Laurentina, è stata introdotto dal commento tecnico della dotta ed esaustiva prefazione del professore Pasquale Gianno.
Già da tempo critici letterari apprezzano il talento lirico del poeta trapanese, considerato uno degli esponenti di spicco della tradizione letteraria popolare siciliana.
Con questa nuova silloge, intitolata Amor ti tocco, a dimostrazione della sua poliedrica capacità poetica, Barone si è cimentato per la prima volta con poesie in lingua italiana, una raccolta che rappresenta un evidente sintomo della sua maturazione artistica e letteraria.

“La Poesia”, nel suo più alto e sostanziale significato del termine, è la capacità di esprimere idee e sentimenti finalizzati a suscitare emozioni, a stimolare la fantasia, a indurre suggestioni di natura estetica che colpiscono particolarmente l’immaginazione del lettore.
Nonostante Barone avesse cambiato il suo codice linguistico, ascoltare la lettura di queste sue nuove liriche è stata una piacevole sorpresa per tutti i presenti in sala; riflessioni profonde in una corposa miscellanea tra sentimenti e stati d’animo che toccano il cuore.
La poesia è un dono, un dono divino e speciale, perché poeti si nasce ed è molto singolare come Barone abbia saputo esprimere, pur nella ristrettezza essenziale delle sue liriche, “il sonetto”, l’affannosa ricerca del proprio io, il suo amore per la vita, il suo inno per la natura e, allo stesso tempo, manifestare la sua rabbia, la sua tristezza e la sua solitudine, la nostalgia sofferente per il tempo passato che ormai fa parte dei suoi ricordi.

Il tutto è orchestrato da una regia magistrale, con espressioni e sentimenti di maturità e di saggezza quasi filosofica. Il suo linguaggio fortemente appassionato, a volte anche tragico, la sua espressione lirica perfettamente strutturata, si confrontano spesso con l’eterna metafora della vita, una continua alternanza tra gioia e dolore, felicità e rimpianto, tra conquiste e sconfitte. Lo stile di Barone ha una sua capacità espressiva e, nella sua spontaneità meditata, si nota l’assimilazione della grande lezione classica miscelata sapientemente con la cultura acquisita e le corde vibranti della migliore poesia del novecento.

La parola, infatti, ha un suo compito preciso: è parte di quella verità del linguaggio che nulla concede ad uno sperimentalismo inconcludente di alcuni pseudo poeti di oggi. Il lirismo di Barone, a volte, si fa più forte ed impetuoso quando sperimenta, evidenzia e vede in se stesso una creatura alla perenne ricerca dell’infinito, ancor più le asprezze e le difficoltà della vita, fino a metterne in dubbio il senso. Barone non si dà pace e vuole risorgere da questa caduta dell’anima e ricominciare una nuova vita con speranza rinnovata e nuovi orizzonti.
Barone ha sicuramente un’anima poetica ammirevole per i contenuti umani, sociali ed ecumenici; è un innamorato della sua Terra e dei suoi affetti più cari, l’amore coniugale per la sua compagna, quello genitoriale per i suoi figli e quello per la sua città e del mare che la circonda e che ama immensamente. La sua vicinanza e la sua contemplazione estatica gli conferisce un senso di pace interiore e di relax psicologico ed intellettivo.