Per non dimenticare

La Giornata della Memoria ci fa riflettere sull’importanza di ricordare gli eventi più drammatici della nostra Storia.
E mai come oggi aggiunge forza a un concetto fondamentale: la necessi-tà di non cedere all’odio e di non ripetere gli stessi errori

Se comprendere
è impossibile,
conoscere
è necessario


(Primo Levi)












Ricordare e far ricordare a tutti il sacrificio di milioni di vittime innocenti, ebrei in maggior parte, ma anche rom, omosessuali, oppositori politici, disabili, esprime dunque un dovere di umanità e di civiltà, che facciamo nostro ogni volta con dolorosa partecipazione.

Il 27 gennaio, data della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau da parte delle truppe alleate alla fine della II Guerra Mondiale, viene commemorata la “Giornata della Memoria” affinché si ricordi l’Olocausto, ovvero lo sterminio degli ebrei perpetrato dalla Germania Nazista tra il 1938 e il 1945 e comunemente connotato come la “Shoah”.
Anche l’Italia ha aderito alla proposta internazionale per ricordare non solo quanto accaduto al popolo ebreo, ma anche le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, le deportazione, la prigionia, la morte, nonché tutti coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e che, a rischio della propria, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Quando parliamo di Auschwitz associamo alla città polacca un centro di tortura, di terrore inconcepibile, l’essenza dell’inferno e dell’orrore. Auschwitz è stata una macchina mortale costruita da esseri umani per uccidere altri esseri umani nella maniera più crudele possibile, dove gli ebrei furono raccolti da ogni parte d’Europa, per essere selezionati e sistematicamente uccisi nelle camere a gas, affliggendo loro ogni tipo di brutale tortura.

In questi anni i sopravvissuti, con le loro testimonianze, hanno racconta-to il proprio vissuto e quello di tutti coloro che non sono più tornati, aiutandoci a comprendere quanta crudeltà e odio possa albergare nel cuore e nella mente di uomini fanatici e assetati di potere.
Basti pensre che ad Auschwitz furono uccise circa 1.300.000 / 1.500.000 di persone, il 90% delle quali erano ebrei. Negli altri campi di concentramento e sterminio, furono soppresse in vari modi circa 4.500.000 di persone, cifre dalle quali si può avere un’idea com-plessiva di questo immane genocidio che pesa e peserà per sempre sull’etnia germanica.

Ma, quello che stupisce è che ancora oggi esista il “Negazionismo” che pone dubbi circa l’esistenza concreta di quanto accaduto, quando in realtà ci sono testimonianze e documenti fotografici e cinematografici che attestato la cruda verità. Una prova lampante, anche se inconcepibile, vergognosa e orrenda, della persistenza di tanta crudeltà, nonostante fossimo giunti alle soglie del terzo millennio e ad un grado di civiltà e di progresso sociale altissimo.
Commemorare il ricordo durante la “Giornata della memoria” non è un’operazione di antiquariato, ma di una scelta politica, morale, culturale di grande umanità e di piena attualità. A quasi settant’anni anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dalla sconfitta del nazismo, i campi di concentramento, le guerre, i genocidi purtroppo non sono scomparsi, ma hanno colpito ancora centinaia di migliaia di persone.
L’impegno delle organizzazioni internazionali, degli stati, dei singoli cittadini, degli uomini di buona volontà, nei confronti di questi crimini contro l’umanità è necessario ed urgente. Un impegno che non può nascere solo da una spinta morale politica e sociale evanescente, ma che deve trovare radici nella propria storia, nelle vicende del proprio popolo, nella conoscenza storica e incontrovertibile della realtà e nella riflessione sul proprio passato. E questo mirabile intervento sociale ed umano non può che essere sollecitato dalla memoria del passato, motivo per cui non bisogna mai dimenticare!

Posted

29 Jan 2023

Storia e cultura


Vittorio Saltarelli



Foto dal web





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