Tarantismo e tarantella in puglia

Quando la musica curava l’anima, tra storia, tradizioni e religione, invocando “San Paolo delle tarante"

Il fenomeno del Tarantismo, e di conseguenza la tradizione della tarantella, risale all’antica Grecia che si alimentava dalla cultura hyksos (ittita), cretese, fenicia, cananea e anatolica, una mescolanza di civiltà che non ci consente di risalire con esattezza alle sue origini. Il ferreo ordinamento della società greca creava disadattati, ovvero persone che avevano problemi ad inquadrarsi nelle regole coercitive e tradizionali; per loro lo Stato metteva a disposizione una struttura che aveva il compito di aiutarli purché non interferisse con la rigida organizzazione sociale.


Molte donne, con seri problemi sessuali (e non solo), si alienavano, si ammalavano; per questo una “società” nella società si preoccupava di farsi carico di queste problematiche cercando di risolverle attraverso celebrazioni e feste bacchiche. Con il passare del tempo e con l’avvento del cristianesimo, tale istituzione divenne un’organizzazione cattolica legata alla figura di San Paolo (il San Paolo pagano cioè Dioniso).

Nella cultura degli antichi italici il culto del serpente era importante per la vita religiosa. Il serpente, immagine della Costellazione del Drago, era all’origine della vita e di una ipotetica resurrezione (per una migliore comprensione, nel prossimo numero parleremo dei “sanpaolari” e del “culto del cervone”). Nelle dinamiche delle resurrezioni egizie, greche, italiche, l’anima del defunto, o iniziato, veniva identificato con la divinità al tal punto che quando essa risorgeva, anche il defunto tornava in vita.
Una donna morsa da una tarantola, era costretta a muoversi e ballare per liberarsi dalle tossine iniettate dal ragno. Il fenomeno del Tarantismo era molto frequente in tutta la Puglia, maggiormente nel Salento e sul Gargano. Questo culto pagano, divenuto poi cristiano, venne abbandonato dai sacerdoti e lasciato in mano al popolo che, in genere, tendeva a non abbandonare le antiche tradizioni

Mi chiedo sempre “perché l’animale, mezzo di trasformazione, era un ragno e non un serpente, come la logica vorrebbe?” Il ragno, che ricorda il mito di Aracne e Atena, sarebbe più adatto ad Atena che a Dioniso. Quando si parla di guarigione, la dea greca partorita dall’intelligenza di Zeus era sempre coinvolta. La puntura di un ragno, in ambiente agricolo-pastorale, avveniva spesso. Chi veniva punto esternava il proprio disagio, si ammalava e assumeva atteggiamenti animaleschi (esperienza degli inferi). A casa della malata giungevano i suonatori, che dopo aver provato diverse musiche, trovavano quella giusta, con il ritmo giusto, procurando una sorta di catarsi, cioè il malato trovava la sua “frequenza” infera.


Una delle prime illustrazioni della leggenda del tarantismo, causato dalla Lycosa tarantula.
L’illustrazione è tratta dal volume Magnes: sive de Ars Magnetica. (Athanasius Kircher, 1643, Roma)


In un contesto religioso il malato iniziava a vivere il suo “essere ragno”, il suo “essere serpente”. Dopo poco o molto tempo, stimolato dalla musica e soprattutto del ritmo, iniziava ad abbandonare le contorsioni distesa al suolo e riprendeva la posizione verticale, sperimentando una vera e propria rinascita (identificandosi con la divinità, che aveva in sé sia l’aspetto infero che quello solare). Spesso queste persone, e in particolare le donne, una volta guarite, venivano fatte accoppiare con uomini per farle ritrovare la loro identità femminile, che semmai non erano riuscite ad assumere nella loro adolescenza, vincendo la paura di vivere serenamente le normali esperienze della vita.

Il Tarantismo era dunque una terapia medico-religiosa utile per integrare nella società soggetti disadatti, quelli che vivevano in un continuo stato di disagio, di caos mentale, di mancanza di regole, di disordine. L’integrazione però, dipendeva dal santo che li aveva aiutati. Una volta guariti, si diventava “figli di San Paolo” ovvero “baccanti”, anche se avevano comunque bisogno di reiterare l’esperienza di guarigione.
San Paolo, secondo la religiosità popolare, era il “patrono del sonno”. Le persone che non riuscivano ad addormentare i loro bambini imprecavano: “Paolino vieni presto, perché questo bambino vuole dormire! Vieni a cavallo, non venire a piedi! Sta venendo, sta venendo Paolino, addormentati!”. Nelle ninne nanne erano importanti e nominati San Paolo, ma più di tutto San Nicola.
San Paolo era il protettore dei serpenti, dei “Sampaolari” e dei “Tarantati”.

Posted

12 Mar 2022

Daunia e Puglia tra storia e tradizioni


Angelo Capozzi



Foto dal web





Programmi in tv oggi
guarda tutti i programmi tv suprogrammi-tv.eu
Ascolta la radio
Rassegna stampa