Poesie scritte per gioco

Una silloge di Caterina Adriana Cordiano in cui vengono affrontati argomenti importanti relativi all'essere e all'esserci; riflessioni nelle quali simboli e metafore si alternano per indagare se stessi e il mondo, la società e l'infinito

La silloge Poesie scritte per gioco è divisa in cinque sezioni: Tra me e me e me… Stagioni, atmosfere, affetti, Luoghi, Le origini e la dannazione, Amore e dintorni. Sono sessantadue le liriche e come afferma Giuseppe Manitta, terminando la prefazione: “Giunti alla conclusione della nostra lettura, la poesia di Caterina Adriana Cordiano mostra nella sua naturalezza varie facce dell’esistenza, rivelando che le poesie scritte per gioco sono una cosa seria, sono espressione dell’Io, rappresentano uno sguardo sulla contemporaneità.”


I versi corrono tra riflessioni, ricordi, rimpianti, la descrizione della Natura quale metafora della sua esistenza, ma anche della vita in generale.
Con semplicità, ma anche delicatezza d’animo descrive i fenomeni atmosferici: La terra respira pioggia/ e se ne inebria/ mentre l’acqua/ vien giù con forza, poi s’acquieta.
Oppure la descrizione del ciclo vitale di una foglia, che sembra essere così inerme, così passiva eppure così fondamentale per il pianeta: Sbrindellata, fradicia/ ti adagiavi sull’erba/ sfinita e baciata/ della pietosa madre/ la buona terra/ che dentro di sé/ t’accolse/ per una nuova vita. La Natura come una mamma abbraccia la sua creatura più piccola per elevarla a essere fondamentale all’interno del ciclo biologico.
Era strano quel mare/ fatto di pioggia/ che cadeva/ come lacrime/ dal volto affaticato/ del cielo, il quale diventa metafora del viso umano che piange.

Leggendo la silloge, viene in mente l’atmosfera di ricerca di alcune poesie di Hermann Hesse come Di fronte all’Africa, nella quale è predominante il senso del viaggio e del viandante. In questo nostro pianeta, siamo tutti di passaggio, non apparteniamo a un luogo in particolare, ma al mondo intero. Infatti, la poetessa scrive di sentirsi contadina del Sud, zingara andalusa, piccola geisha, principessa, timida araba, africana d’ebano, donna indiana. Io non ho radici:/ le mie radici/ sono il mondo.













Hesse afferma che è necessario viaggiare per scoprire o riscoprire se stessi perché su questa terra sarà sempre un ospite. E quando si è ospiti si guarda ogni cosa con occhi diversi, rispettando i luoghi, le persone e le culture. Così come trapela dalle poesie della Cordiano: ora esulta il cemento/ nelle sue fogge/ oscene/che insulta l’anima/ e sfregia irreparabilmente/ il cuore.
L’autrice ha insegnato per anni in Campania. Ha rivestito incarichi di responsabilità e di rilievo in Calabria. Per circa vent’anni è stata il presidente della Fondazione Culturale “Fortunato Seminara”. Ha pubblicato I giorni del mare, romanzo edito da Pellegrini Editrice, 2019.

Posted

27 Mar 2022

Critica letteraria


Manuela Mazzola



Foto di Caterina Adriana Cordiano





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