Critica letteraria

Il vento dell’oblio quando soffia, uccide

L’opera poetica di Luis Cernuda

Dell’opera poetica La Realidad y el Deseo, sulla quale vorrei soffermarmi, esistono varie edizioni. Sotto questo titolo è stata comunemente raccolta la produzione poetica di Luis Cernuda (1902-1963) compresa tra il 1924, ovvero gli albori del suo scrivere, e il 1962, ovvero l’anno prima del suo decesso. Tuttavia la prima edizione, pubblicata dalle Ediciones del Árbol (di Manuel Altolaguirre) di Madrid nel 1936 comprendeva la produzione del periodo 1924-1936 e sarebbero in seguito intervenute varie modifiche – pure sostanziali – se si pensa, ad esempio, che una delle sue maggiori opere che oggi noi conosciamo, Perfil de aire, in quella prima edizione non era dotata di quel titolo ma di un più generico Primeras poesías.

Angoli del tempo. Un "giallo" Marco Cirillo

Cardiochirurgo esperto ed apprezzato, Marco Cirillo, autore del romanzo giallo intitolato Angoli del tempo, è anche un brillante e abile scrittore dalle notevoli capacità espressive e profonde riflessioni psicologiche. Ampia e feconda è la sua immaginazione. Animo poetico che fa capolino nella sua narrativa limpida e scorrevole.

Con la mia penna io scaverò. Seamus Heaney e la sua Digging

Le sue poesie hanno parlato al mondo intero, conquistando milioni di ammiratori. Dalla sua infanzia in un piccolo villaggio dell'Irlanda del Nord ha fatto passi da gigante fino a diventare uno dei poeti più apprezzati del mondo

Una morbida distesa di terra scura che si mescola al verde smeraldo tipico dell’Irlanda accompagna la vista mentre ci si inoltra nella contea di Derry sulle tracce del poeta Seamus Heaney, orgoglio nazionale e Premio Nobel per la letteratura nel 1995. La cittadina rurale di Bellaghy non è lontana, tra odori di letame e torba rivoltata la mente anela a scoprire il mondo del poeta, così immerso nella scrittura da ultimare nel 1966 Death of a Naturalist (Morte di un naturalista) .

"I sentieri del vento" di Tina Ferreri

I sentieri sono infiniti; solo nel silenzio e nel profondo del nostro essere possiamo avvertire la misteriosa bellezza del Tutto, risalire la china e respirare con intensità il senso di quiete e di infinita pace

L’opera poetica di Tina Ferreri Tiberio, autrice originaria e residente a San Ferdinando di Puglia (BT), dal titolo molto evocativo I sentieri del vento (Oceano Edizioni, Bari, 2019), giunge dopo la pubblicazione del 2017 col titolo Frammenti. Ad essa hanno fatto seguito numerosi riconoscimenti letterari in vari contesti nazionali per opere singole e anche pubblicazioni dei relativi testi in volumi e opere antologiche e su riviste dove, pure, si è dedicata – e continua a farlo con interesse e competenza – anche di critica letteraria.

Il piacere di leggere: Chiantulongu

Poesie in malvagnese e italiano di Josè Russotti. Un percorso lirico infinito, un malinconico canto di dolore per il tempo andato, l’assenza delle persone amate, il ricordo dei momenti del trapasso dei suoi cari.

Quanta forza e pathos può avere la voce interiore del poeta?
E quanto più dall’interno scaturisce, tanto più convoglia in esso tutto il suo fremere, il suo pulsare, il suo sentire, il suo percepire, fino ad esplodere in una dimensione universale.
Il “pianto-lungo” che nella bivalenza semeiotica ed assonanza linguistica non è solo “chiantu”, pianto, ma anche, mi piace questa sinestesia fonetica, “canto”.

Rudy De Cadaval. Autore Antipoeta

di Tito Cauchi

Sono candidato al Nobel. E allora? Per la mia pochezza è come averlo ricevuto. Non ci spero.
Già da queste poche parole, si può capire chi fosse Rudy De Cadaval, pseudonimo di Giancarlo Campedelli nato a Verona nel 1933 e morto ad Altipiani di Arcinazzo nel 2021.
La raccolta è composta da sette sezioni: La prefazione dell’autore, L’introduzione di Isabella Michela Affinito, La poesia, Il romanzo, La critica, Rudy De Cadavl nella critica, infine l’appendice con bibliografia, biografia ed epistolario.

Come i balconi di città

Undici racconti scritti con penna delicata e appassionata del marsicano Roberto Cipollone. Undici storie che parlano di paesi e lontananze, di città e ritorni, di cure e passioni. Undici sguardi su mondi reali e immaginari e sull'umanità varia che è in grado di popolarli

Gli undici racconti contenuti nel libro di Roberto Cipolloni, con sensibilità poetica, costituiscono la sua “autobiografia” più intima rivelandoci con umiltà i piccoli grandi misteri della vita. La narrazione dei suoi stati d’animo si dipana davanti al fruitore scorrevole ed empatica per farsi guida alla scoperta di quelle verità semplici ma assolute che non sempre siamo in grado di cogliere. Certamente l’autore condividerebbe la frase di T.S. Eliot: “Fare le cose utili, dire le cose coraggiose, contemplare le cose belle: ecco quanto basta per la vita di un uomo”.

Il concerto di via Vitelli e altri ricordi

Scritto da Fernando Anzovino, è un libro di racconti e poesie sul suo paese natio, Santa Croce del Sannio, un prezioso contributo alla preservazione del patrimonio culturale santacrocese

La dedica in prima pagina risale al 13 maggio del 2019 a nome di Fernando Anzovino che, definirlo uomo di cultura e sapere, sarebbe privarlo delle innate capacità intellettuali, affinate negli anni in teoria e pratica – studi, opere e misericordia – forte delle sue propensioni artistiche e l’apertura al nuovo con la costante curiosità dei bambini, nonostante la data di nascita segni il 1943.
Dal primo vagito in poi è stato spettatore attento delle vicissitudini umane, prima relegate agli amati luoghi di appartenenza, poi con lo sguardo oltre la “sua” Santa Croce del Sannio in cui la vita scorreva lenta ma operosa, laboriosa e gaudente, in cui col poco si imbastiva il pane all’esistenza. Ed è tra i suoi abitanti che prende vita Il concerto di via Vitelli – e altri ricordi opera del Nostro, pubblicata il 9 giugno del 2018.

La poetica di Anna Santoliquido nel saggio di Lorenzo Spurio

Il libro rappresenta il percorso tematico e stilistico di decenni di carriera poetica, affiancato da un'altrettanto ricca attività di operatrice culturale, mirata alla valorizzazione della letteratura femminile

Tra i tanti saggi dedicati alla poetessa Anna Santoliquido c’è uno che ricalca fedelmente la personalità della Nostra autrice, è La ragazza di via Meridionale – percorsi critici sulla poesia di Anna Santoliquido (Nemapress Edizioni) dello scrittore, poeta e critico letterario Lorenzo Spurio, con prefazione di Vincenzo Guarracino, postfazione di Neria De Giovanni, un pamphlet a cura di Cinzia Baldazzi, poesie tradotte in latino dal professore Orazio Antonio Bologna e una interessante intervista alla stessa autrice.

Tieni lontana la notte

È la storia di un amore difficile, profondo e controverso tra due ragazzi, Mario e Alessandra, che vuole saturare una ferita violenta, brutale.
Un libro dallo stile unico e travolgente, che ci racconta di un dolore che non si sa spiegare, ma è alla perenne ricerca di un riscatto: quello della rinascita e della vita

Tieni lontana la notte è un grido nelle nebbie dell’uomo, affinché non si arrenda, perché ritrovi le ragioni dell’essere e riscopra dentro di sé la forza del senso di appartenenza e la dignità di essere umano, così chiude la premessa del suo ultimo lavoro, Claudio Vannuccini.
È un romanzo che racconta non solo l’amore tra Mario e Alessandra, ma anche la storia di una violenza sessuale.

Grazia Deledda

La scrittrice sarda famosa in tutto il mondo, unica italiana alla quale nel 1926 è stato assegnato il Nobel per la Letteratura

Grazia Deledda nasce a Nuoro il 28 settembre 1871. È ricordata come la prima donna italiana a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1926 (fino ad ora è stata anche l’unica). Canne al vento è l’opera sua più nota. Il romanzo esce a puntate su L’Illustrazione italiana dal 12 gennaio al 27 aprile 1913 e nello stesso anno è pubblicato dall’editore Treves di Milano.

Fuori dell’ombra e al chiarore delle parole

Ispirato dalla necessità di valorizzare la voce e l'operato di coloro che si dedicano con zelo all'indagine letteraria e scientifica, il libro raccoglie le pubblicazioni del Premio Letterario Internazionale Città di Pomezia e dell'attività di ricerca promossa dal Centro Studi Sisyphu

Fuori dell’ombra e al chiarore delle parole, con premessa di Fiorenza Castaldi, prefazione di Gloria Galante, introduzione e nota di Massimiliano Pecora e antologia delle opere premiate, è il primo volume della Collana “Quaderni del Centro Studi Sisyphus” di Gangemi Editore International.
Nella premessa la Castaldi, direttrice del Centro Studi Sisypuhs, spiega ai lettori: “Il frutto di questa selezione e del rigoroso criterio che l’ha guidata è raccolto in questo volume, nato dal sostegno dell’amministrazione comunale e dal lavoro del Centro Studi Sisyphus, allo scopo di portare fuori dell’ombra e al nitore delle parole il talento dei vincitori delle sezioni in gara nella XXVIII edizione del Premio letterario internazionale Città di Pomezia”.

Il richiamo

Un romanzo di Maria Teresa Infante sull’accettazione, sulla essenza delle cose, sulle scelte di vita che nell’incalzare della trama si offre come testimonianza di una condizione antropologica, allargata dal Tavoliere delle Puglie al Mediterraneo

L’Autrice è dotata di una grande, genotipica ambizione che, finora, non si è manifestata all’apogeo delle proprie potenzialità, in quanto frenata soprattutto da fattori esterni.
Maria Teresa dovrebbe adottare un po’ più di sano cinismo e lucido calcolo, onde catalizzare il suo comunque “inarrestabile crescendo”! Dovrebbe ascoltare “Il richiamo”. Il richiamo della foresta è il titolo di un noto romanzo di Jack London (in ingl. The call of the wild, 1903), divenuto proverbiale per indicare l’insorgere del primitivo istinto selvaggio nell’animale che si sia per qualche tempo accostato alla civiltà e all’uomo, e per traslato, la prepotente nostalgia che può sentire una persona di tornare a un modo di vita più libero e naturale.

Poetare donna, la silloge poetica a cura di A.M. Lombardi tutta al femminile

Sorellanza di parole

Un linguaggio poetico declinato al femminile le cui forme e sinuosità – morbide, rassicuranti, spigolose a volte quando mettono a nudo anche le ossa – scandiscono versi di varia natura e bellezza.
Variegato e multiforme così come le sfaccettature prismatriche, indefinibili, comprese nell’universo donna, includente per sua natura, senza nessuna preclusione, accogliente nel suo eterno ventre quanto vi è di percepito e percepibile, d’immutato e mutevole.
Nel canto poetico a quattro voci, qual è Poetare donna, si eleva tutto il sentire di Autrici che nulla lasciano scorrere invano setacciando, come alla foce di un fiume in piena prima che possa gettarsi in mare, detriti e pescato a piene mani.

Si chiamava Claude Monet

Un libro di liriche di Isabella Michela Affinito dedicate all'arte del grande pittore francese

Il volume, Si chiamava Claude Monet, si presenta con un’elegante rilegatura e in copertina una bellissima immagine, realizzata dall’autrice con colore a vernice per l’architettura di fondo e collage per le figure femminili, la quale presagisce una raccolta di liriche avvolte dalla magia del ricordo e della parola. La silloge comprende cinquantacinque poesie dedicate al maestro Monet, Lettera immaginaria indirizzata all’artista, Recensione al film-libro Il giardino dei Finzi-Contini, Commento al romanzo Le Onde di Virginia Woolf e Intervista postuma immaginaria a Claude Monet.

"Antologia poetica al femminile", a cura di Alberto Barina

Esporsi con giudizi di merito o, in qualche modo, valutativi dinanzi a opere collettanee è sempre qualcosa di pericoloso e di depistante al contempo. Questo perché, per quanto ci si possa avvicinare a determinati testi proposti cercando di fornirne una lettura, si cade nell’errore di approfondire il dato componimento in maniera asettica e a comparti stagni, senza prendere in esame l’opera completa del dato autore, il suo percorso, i passi – più o meno decisivi – che ha compiuto nel mondo della letteratura. Cercherò, pertanto, di evitare il periglio dinanzi alla recente opera curata da Alberto Barina nella quale ha deciso di contemplare una serie di voci di poetesse più o meno giovani.

"Canto del vuoto cavo" di Francesca Innocenzi

Una silloge di sessanta liriche secondo lo schema dell'haiku e delle sue varianti. La metrica fa da contenitore alle variegate realtà umane e ai vuoti che le attraversano: solitudini individuali e collettive, derive sociali, ma anche spazi interiori inesplorati.

Il vuoto: per alcuni un concetto filosofico-spirituale, totale negazione dell’idea di assoluto che apre a una sorta di ascetismo ateo, non mediato da divinità o da santi: una “mistica del vuoto” che, meditando sulla transitorietà e relatività di ogni fenomeno, permette di raggiungere uno stato di distacco non solo dai beni materiali ma addirittura dalla stessa ascesi, dall’ego o dal bisogno di dio, un superiore e umano stato di serenità imperturbabile in cui il distacco dalla vita e la massima apertura ad essa paradossalmente coincidono. Per altri, invece, il vuoto, in maniera più prosaica, ha una valenza estetico-architettonica, la funzione di ripulire i sensi dei tanto stressati occidentali da un overbuffering di dati visivi: un soccorso “zen” a esistenze consumistiche prese in ostaggio dal superfluo.

Poesie scritte per gioco

Una silloge di Caterina Adriana Cordiano in cui vengono affrontati argomenti importanti relativi all'essere e all'esserci; riflessioni nelle quali simboli e metafore si alternano per indagare se stessi e il mondo, la società e l'infinito

La silloge Poesie scritte per gioco è divisa in cinque sezioni: Tra me e me e me… Stagioni, atmosfere, affetti, Luoghi, Le origini e la dannazione, Amore e dintorni. Sono sessantadue le liriche e come afferma Giuseppe Manitta, terminando la prefazione: “Giunti alla conclusione della nostra lettura, la poesia di Caterina Adriana Cordiano mostra nella sua naturalezza varie facce dell’esistenza, rivelando che le poesie scritte per gioco sono una cosa seria, sono espressione dell’Io, rappresentano uno sguardo sulla contemporaneità.”

Intorno a un libro che ho sempre in tasca

Una guida tascabile pronta all’uso, mai noiosa o pedagogica, che aiuta gli uomini a entrare dalla porta principale nella multidimensionalità dei pensieri e delle emozioni delle donne

Cosa ha spinto alcuni autori a raccogliere in un’antologia i risultati delle proprie ricerche in un settore delicato come quello della differenza di genere? L’idea di base credo sia stata l’aspirazione di far conoscere i fili che muovono le azioni della donna in vari contesti sociali e la convinzione che la questione dovesse essere trattata con rigore analitico, un dosaggio equilibrato di teoria e concretezza e, soprattutto, con un linguaggio coerente e accessibile a tutti.
Parliamo di Tutto ciò che gli uomini sanno delle donne (Newton Compton Editori, 2011), uno strumento conoscitivo utile alla comprensione dei comporta-menti femminili in situazioni di disagio, stress e rischio per gli uomini di ogni età.

Lungo la via Vandelli. Poesie da Modena a Massa

Una raccolta di composizioni poetiche di Giorgio Mattei che dal percorso lungo la strada transappenninica rimanda ad un viaggio più intimo e profondo

Ho cercato di esprimere a parole quello che mi ha donato la Via, ma il modo migliore per capirlo è farne esperienza diretta, percorrendola.

Lungo la via Vandelli. Poesie da Modena a Massa contiene quarantaquattro poesie e dieci immagini di cui una in copertina, la quale ritrae le Alpi Apuane al tramonto e si apre all’infinito, ossia a un’estensione illimitata, in cui il tempo e lo spazio non hanno più alcun senso, se non quello di insegnare a vivere e in cui Giorgio Mattei, consapevole di ciò, si perde e si ritrova con velata malinconia. Nel suo sentire così forte, immerso nella campagna, si trova a non avere più confini, è un tutt’uno con la terra, ma anche con il tempo. Il passato si unisce al presente attraverso il ricordo e l’autore spera così in un futuro migliore per l’umanità. Quanto presto si dimentica la civiltà/ compito male appreso.

Il canto vuole essere luce. Leggendo Federico García Lorca

Il volume collettaneo che ha visto luce dopo più di due anni di ricerca, lavoro, approfondimento, studio e coordinazione.
Un importante progetto editoriale curato dal critico letterario marchigiano Lorenzo Spurio, da anni grande amante e studioso della vita e dell’opera lorchiana

Il 2 gennaio scorso su www.granadahoy.com è apparso un articolo molto interessante del giornalista e scrittore spagnolo Andrés Cárdenas, intitolato De García Lorca se hablará siempre. Contiene una premessa in cui l’autore riflette sul rapporto simbiotico tra Granada e Lorca e, a seguire, ci racconta vari fatti tra i quali una storia molto intrecciata riguardante Agustin Penón, un americano che, recatosi a Granada tra il 1955 e il 1956, aveva raccolto una valigiata di informazioni su Federico García Lorca, pensando di scriverci un libro.

Sopra non appare alcun cielo di Marco Quarin

Un romanzo articolato, moderno, capace di guardare al passato con la consapevolezza che da quegli anni è scaturito il nostro presente

La leggerezza non gli appartiene. Consapevole di non aver letto un romanzo, di quelli con inizio e fine, un climax che allaccia il prologo all’epilogo per poi poter chiudere definitivamente il libro ammirandone la copertina.
A onor del vero già d’effetto, con una foto d’epoca che poggia sul passato, suggestiva, di una platonica malinconia.
E penso che ci stia un po’ stretto incernierato nell’armadio a muro. Catalogarlo è imbrigliare un po’ delle vite con cui ho condiviso ore di lettura, spesso andando a ritroso, quando credevo di aver capito tutto e invece il personaggio di turno sovvertiva l’ordine delle pagine masticate e non ancora metabolizzate a dovere, come in un giallo d’autore, in cui la caccia all’assassino è la ricerca identitaria dei protagonisti.

EXTREMA RATIO di Maria Teresa Infante

Nel Settecentenario dantesco, pur riconoscendo il Fiorentino padre della nostra lingua, oggi non si potrebbe scrivere la grande Commedia umana traslata nei tre regni dell’Aldilà in modo didascalico.
Mi riferisco al complesso e dissonante, se non dissacrante, libro poetico di Maria Teresa Infante, Extrema Ratio.
Nell’opera dantesca vige un ordine medievale: la Natura è creata, assume rispetto ai Greci che non conoscevano la creazione un segno negativo.
In nuce, tutto – uomo e natura – sono figli di Dio e lo devono venerare, seguendo valori cristiani o creduti tali.

EXTREMA RATIO di Maria Teresa Infante

saremo versi sciolti fino a morte (pag. 79)

Straordinaria è la ricchezza di immagini che la poesia di Maria Teresa Infante offre al lettore. Si avverte la sensazione costante di stare in bilico tra il quotidiano e l’infinito; i versi, congegni meccanici le cui componenti piacevolmente stridono a causa di accostamenti catartici e quindi liberatori: bisogna attendere la fine della lirica per sapere a quale insegnamento condurranno. Nulla è spiegato perché “dico di cose / che plasmo a mente / a mente vorrei tenerle / dico cose che non comprendo / mentre vorrei saperle”, ma la poesia non sa, ‘semplicemente’ capta e tenta archiviazioni: in questi versi s’intravede una dichiarazione di poetica.
Fare poesia, pur essendo una funzione vitale (“si dà di matto / se rimani a terra”), non sempre è sufficiente: “un po’ d’inchiostro non è mai abbastanza”. La poesia, in questo caso altamente simbolica, è anche invocazione a chiedere presenze, ritorni e risposte, che quasi mai arrivano a completare il sapere ma allargano ulteriormente l’area della ricerca oltre le possibilità della ragione.

A mancare è il tuo canto di Giannicola Ceccarossi

Uno splendido canto dell’Assenza, una raccolta di poesie dedicate alla rimpianta madre

Uno splendido canto dell’Assenza è questo breve fascio di liriche di Giannicola Ceccarossi. Un dolcissimo inno intriso di mestizia e di nostalgia. Elevato a una figura venerata e rimpianta quant’altre mai: la madre”. Così introduce il florilegio di poesie Marina Caracciolo.
Quanto è importante una madre e quanto peso ha la sua assenza nella vita di un figlio?
La risposta è tra i delicati versi del poeta torinese, la cui sensibilità risulta particolarmente profonda in questo suo ultimo lavoro.

Zebù bambino: Davide Cortese “indaga la natura del maligno”

Bullismo, voyuerismo, blasfemie sono oggetto di ventuno filastrocche brevissime e irriverenti sul confine del dicibile

Come rimanere impassibili dinanzi alla nuova opera poetica di Davide Cortese (Lipari, ME, 1974), Zebù bambino (Terra d’Ulivi Edizioni, 2021)? Si tratta di un agile mannello di versi che si susseguono come a voler compiere una narrazione sorprendente, tra immagini nefaste e di sicuro sbigottimento per il lettore, o per chi s’appropria del testo. Un’opera tortuosa e pluristratificata, sorprendente eppure pregna di immagini deliranti, di cupa nevralgia, di violenza becera e gratuita. Perché, dunque? Da dove partire?

La poesia neodialettale di Enrico Del Gaudio

Ciento lire ‘e puisia. Viaggio nella Storia dal dopoguerra ai giorni nostri attraverso la Poesia Napoletana

Nel mio libro Appunti critici (2002) ho riservato una appendice dedicata esclusivamente ai poeti in dialetto intitolata L’Anti-modernismo; ed una ragione c’era, indiscutibilmente chiara se pensiamo alla produzione di poesia nei vari dialetti italiani durante il decennio degli anni ottanta e novanta che, sicuramente, ha raggiunto esiti convincenti, anche magari superando di una spanna, mediamente, la coeva produzione nella lingua nazionale. Albino Pierro era stato un pessimo maestro ed aveva impartito alla scuola di poesia dialettale italiana una lezione di dubbio spessore critico-culturale legittimando una poesia del ritorno al borgo natìo, avvolta nella nube del presentimento della morte e condita con il ritorno all’infanzia; il tutto con il corrispettivo di un dialetto impervio, dagli accenti sghembi e dalla sonorità strozzata.

Extrema Ratio di Maria Teresa Infante

Un tentativo pienamente riuscito di dimostrazione delle possibilità esplorative della poesia borderline

Extrema Ratio, espressione latina che vuol dire ultima soluzione, estremo rimedio a cui si ricorre quando non vi sono altre vie d’uscita. È forse l’ultima soluzione, la più dolorosa.
La dedica iniziale è alla vita che fugge senza sapere dove andare. Sembra essere un colloquio con la vita che non è sempre stata all’altezza delle aspettative. La cosa certa, per l’autrice, è che la poesia è la sua verità: Questa sera non scriverò poesie mentirò per lasciarvi gioire. […]Le maschere non hanno volto/ quando scomponi gli occhi/ e più non sai dell’abito che indosso […]Il nostro inferno è dentro/ fuori è festa.
Appare chiaro che Maria Teresa rimproveri alla vita tante mancanze, tante assenze: Pensavi che le spalle-mie/ potessero sopportare più del dovuto/ e non mi vedevi quando ero nuda/ davvero.
Dubbi e domande poste a una compagna silenziosa: Nel pieno delle mie facoltà/ barattai la mente/ con una spremuta di cuore/ al limone. […]Ci sono stata in quella casa in cui le geografie cambiavano direzione e il giorno non sapeva da che parte entrare. Io che sedevo ogni volta su quella sedia rimasta vuota fino al mio ritorno.

L'ultima notte

Il nuovo noir di Giuseppe Scaglione, ambientato in una Bari affarista, dove la criminalità e corruzione sono infiltrate nella società civile.
Un romanzo coinvolgente, sapientemente intrigante, dalla trama originale ed articolata per illuminare zone d’ombra che per molti è comodo ignorare

Bisogna completare la lettura, restare in bilico sulle ultime righe della narrazione per comprendere che il titolo L’ultima notte va ben oltre una tradizionale storia poliziesca.
Un volume di 198 pagine, Les Flaneurs Edizioni, che si posiziona tra il genere letterario “poliziesco” e la “detective story” in cui il protagonista/eroe cam-peggia sulle vicende in veste di artefice, padrone del contesto in continua evoluzione.
Giuseppe Scaglione, alla sua terza pubblicazione personale – oltre le varie presenze in Antologie – ci conduce all’interno del capoluogo pugliese, sua città d’origine, per dare vita a storie dai contenuti agghiaccianti quanto reali.

Giovanna Fileccia

La poesia testuale e sculturata sulle onde del linguaggio del mare

L’anima del mare:
mantra inesauribile;
marea mutevole.
Ventre di vita;
pozzo di sapienza.
Richiamo di morte;
iride di nascita.
Marhanima
poesia che nutre
le arterie del mondo.
(41)


Giovanna Fileccia è l’ideatrice della Poesia Sculturata: opere tridimensionali che crea prendendo ispirazione dalle sue poesie. La sua arte richiama alla resilienza, al rispetto dell’ambiente, al reimpiego dei materiali di scarto e di recupero, nonché al rispetto della Terra

Boccadasse

Paolo Alberto Valenti, giornalista, scrittore, narra i luoghi luoghi, gli eventi e i ricordi di un’Italia rimasta nel cuore e che ha dovuto lasciare decenni fa

Boccadasse è il quartiere di Genova dove è nato Paolo Alberto Valenti, giornalista e scrittore. Ed è proprio da quell’angolo dell’Italia che parte il viaggio narrativo, ma anche esistenziale, in cui lo spazio e il tempo non seguono i consueti canoni.
L’autore ha ripercorso il passato, cercando di ricostruire una memoria sia delle proprie vicende sia del proprio paese.

Petri senza tempu: Poesie in lingua Siciliana di Nino Barone

Terza raccolta di poesie per Nino Barone che si presenta ai suoi lettori con un nuovo look. Liriche dal verso libero dai profondi contenuti sentimentali e sociali, pregne di termini siciliani desueti, ai quali l'autore ricorre per non disperdere il ricchissimo patrimonio linguistico isolano

La lingua di un popolo rappresenta le sue tradizioni, la sua storia e quella del popolo siciliano non poteva che produrre nei secoli un lessico ricco e vario, un dialetto dal linguaggio schietto, originale e verace che trova riscontro nell’uso quotidiano e popolare della comunicazione.
Con Petri senza tempu la poesia di Barone si colloca, a giusto titolo, nel filone della tradizione letteraria popolare siciliana.
Tralasciando il commento tecnico alla dotta, appassionata ed esaustiva prefazione del prof. Scalabrino al libro di Nino Barone, cercherò di esprimere il mio pensiero da semplice lettori appassionato della lingua siciliana.

Multas per gente: Itinerario poetico di Anna Santoliquido

Un saggio di Licia Grillo sulla fertile attività letteraria

In maniera quasi parallela alla mia recente pubblicazione del saggio La ragazza di via Meridionale. Percorsi critici sulla poesia di Anna Santoliquido (Nemapress Edizioni, Roma/Alghero, 2021) giunge felicemente la notizia della pubblicazione di un nuovo saggio sulla fertile attività letteraria della poetessa lucana Anna Santoliquido. Difficile, dopo averlo attentamente letto, non dar seguito con un breve commento d’analisi di questa nuova opera che, assieme agli studi di Francesca Amendola, va ad aggiungersi alla consistente produzione letteraria di matrice critica su Anna Santoluquido.

L’altrove nella poetica di Corrado Calabrò

Un saggio avvincente ed esaustivo, che invoglia ad approfondire la
conoscenza di un poeta e di un uomo che ha scritto rivelando e
rivelandosi per condurci nella dimensione infinita ed eterna della poesia

Il volume, L’attrazione dell’altrove nella poesia di Corrado Calabrò, a cura di Tommaso Romano e Giovanni Azzaretto, è composto da un’interessante e approfondita intervista di Fabia Baldi che svela la vita e il pensiero del poeta ed una seconda parte da recensioni ai suoi volumi, composte da critici e artisti vari.
I volumi sono: Prima attesa 1960, Agavi in fiore 1976, Vuoto d’aria 1979, Presente anteriore 1981, Mittente sconosciuta 1984, Deriva 1990, Il sale nell’acqua 1991, Vento d’altura 1991, La memoria dell’acqua 1991, Rosso d’Alicudi 1992, Le ancore infeconde 2001, Blu Maratea 2002, Qualcosa oltre il vissuto 2002, Una vita per il suo verso 2002, A luna spenta 2003, Poesie d’amore 2004, La stella promessa 2009, T’amo di due amori 2010, Dimmelo per SMS 2011, Password 2011, Rispondimi per SMS 2013, Mi manca il mare 2013, Mare di luna 2016, Quinta dimensione 2018, L’altro 2020, Ricorda di dimenticarla 2006.

Pareidolia di Lorenzo Spurio

Pareidolia (tendenza a vedere forme ed oggetti riconoscibili nelle strutture amorfe che ci circondano) è il titolo dell’ultima silloge in versi di Lorenzo Spurio: significative composizioni in cui riesce a proporci immagini insolite che si affidano a una cultura espressiva e visiva molto raffinata

Nella raccolta poetica Pareidolia Edizioni The Writter, Lorenzo Spurio ci trasporta in una realtà cruda e dolorosa e ci consegna una visione del mondo circostante dal sorso amaro, proprio come dice Saba “Era questo la vita: un sorso amaro”.
Ogni verso, ogni pensiero esprime una esacerbata desolazione in cui l’uomo smarrito, sopraffatto da passioni e tormentato da compromessi, vive sospeso tra emozioni, perplessità, drammaticità. La raccolta è suddivisa in quattro sezioni: Affossamenti, Ecchimosi, Dedicatio e Pareidolia, in ognuna delle quali il poeta s’interroga sul mondo attuale.

Fabio Strinati

Nei cinque sensi e nell’alloro

La biografia artistica (e non solo letteraria) di Fabio Strinati, autore che vive immerso nella campagna della provincia maceratese, è lunga e cospicua. Essa – si potrebbe dire – parte da lontano e non è un mero fatto occasionale nella sua vita, un elemento laterale atto al riempimento di tempo, quanto frutto di una continua ricerca sulla parola che deriva da un sondaggio pervasivo della sua interiorità e delle relazioni col contesto ambientale. Così dalla sua Esanatoglia – un borgo con pochi abitanti che, più di altri, conserva ancora quel senso di autenticità e di passato comunitario nel quale s’iscrivono valori e insegnamenti – la sua opera poetica si estende, fluente, proprio come il fiume Esino che da lì nasce per percorrere nel tragitto digradante comune ai fiumi marchigiani “a pettine” un tragitto che lo riconduca all’essenzialità dell’unione con l’infinito delle acque dell’Adriatico.
Fabio Strinati è nato a San Severino Marche (MC) nel 1983, è poeta, scrittore e compositore. In campo letterario ha debuttato nel 2014.

Antologia d'autunno

Antologia d’Autunno è il terzo volume della Collana Le quattro stagioni edita da G.C.L. Edizioni – diretta da Giancarlo Lisi – pubblicata a luglio 2021. L’immagine di copertina Autunno, olio su tela, è dell’artista Edna Alba Rita Magenga.

Un progetto editoriale che poggia sulle solide fondamenta della poesia. Nulla di più opportuno, quasi essenziale, nel momento storico che attraversiamo, basato sul tempo sospeso e dell’attesa, del dubbio e dell’incertezza. Il rifugio è nelle cose certe che sostengono, l’approdo è nell’accoglienza del bello e del senso che regola l’esistenza umana permettendo di tenerci ancorati a valori che mai dovrebbero sostare in equilibrio precario.
La poesia è tutto questo e tanto altro che nessuna definizione potrebbe circoscriverla in un unico concetto di razionalità, sempre fuggevole, un passo avanti, inafferrabile. Oltre il percepito, il già detto e ancora da dire e ridefinire costantemente alla maniera che più ci appartiene.

Franca Alaimo per Estrema ratio, Genesi Editrice, di Maria Teresa Infante

L’io lirico messo in campo da Maria Teresa Infante (Extrema ratio, Genesi Editrice, 2021) assume su di sé tanto elementi autobiografici che altri tratti dalla cronaca – in riferimento perlopiù al triste fenomeno del femminicidio – entrambi risolti in un linguaggio che mescola insieme concretezza e visionarietà in un accumulo di immagini, figure retoriche, tensioni espressive che rimbalzano verso il lettore, provocando spesso una reazione di stupore.
Tutti i testi sono attraversati da una bruciante condivisione del dolore e della solitudine che determina un’interiorizzazione degli eventi, narrati – come si legge nella motivazione della Giuria del Premio I Murazzi 2020 – lungo una rotta di interpretazione delle connessioni tra la psicologia della mente umana e la realtà delle cose".
I testi, benché titolati, sembrano entrare e uscire l’uno nell’altro, l’uno dall’altro, tanto sono assimilati dalla stessa voce dolente, dalla stessa necessità di sopravvivere, dalla minaccia della morte interiore e/o fisica.

I poeti della fine del mondo: Niní Bernardello

È stata una delle poetesse e degli artisti plastici più importanti della Terra del Fuoco, maestro e conduttore di poesia, uno dei principali riferimenti della letteratura del Rio Grande

Da un lavoro saggistico sulla poesia della Terra del Fuoco argentina in fieri mi piace – e mi sembra idoneo in questo ambito – anticipare, estraendo alcuni contenuti, il profilo letterario di una delle voci senz’altro più distinte di quella terra, assieme a quelle di Julio José Leite (Ushuaia, 1957-2019, Oltre a Río Grande, l’altro grande centro urbano della Terra del Fuoco argentina è Ushuaia, sua capitale) e di Anahí Lazzaroni (La Plata, 1957 – Ushuaia, 2019), ovvero Niní Bernardello.

Domenico Antonio Tripodi. Pittore dell’anima

Pittore, disegnatore, restauratore, poeta e musicista, fra i più completi a livello mondiale

Un’altra opera dell’infaticabile Domenico Defelice, che, questa volta, ci presenta un saggio d’arte sull’artista calabrese conosciuto in tutto il mondo, Domenico Antonio Tripodi.
Tripodi è pittore, disegnatore, restauratore, poeta e musicista, fra i più completi a livello mondiale; è nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte. Le sue opere sono state esposte in Asia, in America e in Europa.

I temi della mia pittura – varia nei modi, nei luoghi e nei tempi – si sono svolti tra due poli apparentemente diversi, ma sempre orientati verso una visione unitaria e piena della Natura creata.

Ed è un miracolo il volo degli uccelli

di Giannicola Ceccarossi

Credo che la chiave di lettura dell’intera nuova raccolta di Giannicola Ceccarossi, vada ricercata in quel piegarsi del cielo ad un’alba nuova.
Potrebbe interpretarsi come segno di sottomissione – e forse lo è pure – nondimeno, tuttavia, è volontà di vita, forza della vita stessa che, pur di perpetuarsi, fa incurvare il cielo, vince (per dirla alla Battiato) “la luce e le correnti gravitazionali”.
Si parla troppo spesso – e a volte anche a sproposito – di miracoli. Ma chiediamocelo: siamo davvero certi che si tratti di qualcosa di sovrannaturale, dovuto all’intervento straordinario di una Divinità? Personalmente non credo che attribuire al fenomeno una tale connotazione aiuti a percepirne la reale dimensione.

Eredetà de paraule. Versi in rima per chi verrà

Un libro in cui sono raccolti pensieri e poesie in dialetto, dove l'autrice ha cercato di cercato di far convogliare tutta la sua conoscenza della lingua fasanese, parlata e scritta

Apollonia Angiuli, nata a Fasano (Brindisi), è stata docente nella scuola secondaria di primo grado ed è attualmente in pensione. Appassionata da sempre del mondo della cultura e del dialetto, collabora con diverse Associazioni interessate alla conservazione del linguaggio popolare, e tale attività le è valsa l’iscrizione nell’archivio online “Memorie Immateriali”, dove sono raccolte le espressività linguistiche di ogni regione italiana. Ha partecipato a molti concorsi letterari, ottenendo ovunque menzioni e primi premi.
Il presente testo è una raccolta di poesie suddivisa in sei parti, in ognuna delle quali l’autrice sviluppa una particolare tematica. Cominciamo dal mondo degli affetti, che è il tema d’apertura della silloge. Un mondo, questo, variegato, che attraversa tutti gli affetti possibili, a cominciare dall’amore coniugale che è l’argomento con cui si apre l’opera.

Tra gli aranci e la menta. Recitativo dell’assenza per F.G. Lorca

Una plaquette composta di undici liriche per ricordare Federico García Lorca, non solo un recitativo dell’assenza come da sottotitolo, ma anche dell’immortalità

Non è facile né agevole scrivere qualcosa di perfettamente aderente e giustamente commensurata alla qualità di quest’opera cercando di commentarla nella sua esatta dimensione. È chiaro, come ha scritto con competenza il professore Nazario Pardini nella sua dotta prefazione, che si tratta di una elegia, un componimento letterario improntato a motivi di confessione autobiografica, di delicata mestizia e di forti sentimenti, indipendentemente dalla forma, la quale tuttavia si determina tradizionalmente nel così detto distico elegiaco.

Gianni Longo

Lasciami almeno un sogno

Tutte le vicende espresse in ‘Lasciami almeno un sogno’ prendono spunto da fatti realmente accaduti, sono quindi un cammino frequentemente battuto per indagare a fondo il tema della propria mal finalizzata volontà. A torto o a ragione, giro intorno alle cose di questa realtà come una falena attorno a una luce e il mio sguardo non tace, anche se muta, ma commenta il suo mondo effimero, anche se seduttore e irrilevante.


Il volume è una raccolta di testi scritti dal 2004 al 2017, che induce il lettore a riflettere e a porsi domande.

Canone ambiguo. Della letteratura queer italiana

Luca Starita prova a darci un’idea di come l’elemento queer, strano, peculiare, omosessuale (in tutte le sue accezioni) sia sempre stato presente anche in libri insospettabili

Canone ambiguo (effequ, Firenze, 2021) dello scrittore e saggista Luca Starita, è un volume che si presenta senz’altro curioso, tanto per i temi che si propone d’indagare e toccare (tanto è vasta la materia che ha deciso di fare una sua meticolosa scelta di cosiddette Autoritas in quanto al tema del queer) quanto per la forma.
Ci troviamo dinanzi a un saggio, come il sottotitolo dell’opera – Della letteratura queer italiana – ben richiama, sebbene la strutturazione dei contenuti, così pure come l’originale sistema argomentativo, fanno pensare anche a una narrazione intima, a una sorta di diario personale.
L’argomento che ci si è posti quale discorso incipitario e propedeutico di tutto lo studio è quello della letteratura queer.

Wilma Minotti Cerini: L’alba di un nuovo giorno

Ad ogni modo l’alba sorge sempre con la stessa traiettoria. Ogni mattina il sole sorge e un altro giorno inizia, è l’ineluttabilità della vita. Ma ogni vita è speciale ed ogni individuo affronta a suo modo le difficoltà, la malattia, le sofferenze e la morte.
La silloge, scritta da Wilma Minotti Cerini, è divisa in sette sezioni per un totale di 132 poesie, accompagnata da tre recensioni: la prima è di Mons. Franco Butti, XXV prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, la seconda è di Francesco Di Ciaccia e l’ultima di Marco Travaglini.

Imperia Tognacci: Il prigioniero di Ushuaia

Oltre il buio del pensiero/onde misteriose ci sospingono,/ mentre da lontano ci chiama/ il tempio dell’infinito”, così chiude la silloge Imperia Tognacci.
Il prigioniero di Ushuaia, un viaggio nella Patagonia argentina, dove si incontrano meravigliosi paesaggi: il deserto, l’oceano, il ghiaccio del Polo Sud e su cui domina la Croce del Sud, che osserva, dall’inizio dei tempi, lo svolgersi delle esistenze umane.
Il poemetto è composto da venti testi poetici in lingua italiana e tradotti in lingua spagnola da Angela
Pansardi, per onorare la poesia anonima del prigioniero, la quale apre il volume e a cui si è ispirata la poetessa.

Nadia Herawi Anjuman e Susana Chávez Castillo

Poetesse che hanno pagato con la propria vita l’impegno civile e la denuncia contro la violenza

Il concetto di civile ciò «che concerne l’uomo come partecipe di una società organizzata in Stato». A tale descrizione del lemma seguono una serie di definizioni tese a indagare, nel correlativo che si esprime tra tale aggettivo e il sostantivo relativo, un mondo di possibilità, condizioni, stati, significazioni, come ad esempio, il coraggio civile che è concetto virtuoso e filantropico; i diritti civili che sono quelle norme che regolano i comportamenti tra cittadino e Stato, la guerra civile che è uno scontro interno, tra cittadini dello stesso stato e tante altre. Questi tre aspetti mi sembrano pertinenti per quanto di seguito si dirà.

Vorrei considerare a continuazione l’impegno di difesa personale e morale di due donne che, in contesti geografici diversi e in analoghe condizioni di prevaricazione da parte dell’uomo, hanno impiegato l’unica arma (bianca) della parola per condannare le asperità delle loro vite soggiogate al delirio superomistico dei loro mariti-despoti.

Delitto alle saline

Le indagini del commissario Ventura. L’ultimo romanzo thriller di Danilo Pennone

Delitto alle saline è l’ultimo romanzo di Danilo Pennone. È una storia amara, ambientata in Sicilia, nelle saline di Marina di Ragusa, nelle quali viene ritrovato il cadavere di Mimmo Capriolta, figlio dell’imprenditore Rosario Capriolta, l’uomo più invidiato e potente dell’Isola.
Lo stile poliziesco è arricchito da intrecci linguistici tra la lingua siciliana e quella italiana. Intrecci che arricchiscono il testo dal punto di vista letterario e che danno anche una spinta al ritmo delle vicende, rendendo la storia più vivace e dinamica.

Franca Alaimo: La speranza come parola finale

Torneremo a guardare il mare di Maria Teresa Infante

Accade che la notte non si riesca o non si voglia dormire. E che tutti i pensieri viaggino nella mente, invadenti, inarrestabili. Dolorosi.
Maria Teresa Infante decide di metterli per iscritto indirizzando ad un’amica, lontana ma amata, delle lettere, investendo quel “tu”, a cui si confessa, di un ruolo assai più complesso di quanto possa sembrare, ché in esso innanzitutto si cela la necessità di guardarsi allo specchio, per chiarire a sé stessa un groviglio emozionale che non sopporta di rimanere all’interno di una solitudine, nella convinzione che dire ad un altro/a sia il modo migliore di sentirsi ancora viva e necessaria all’interno di una più vasta comunità. Soprattutto in un momento storico come quello che viviamo ormai da un anno, durante il quale, a causa dell’epidemia, la sensazione più diffusa è quella di una separazione dagli affetti, di una chiusura non solo spaziale ma anche mentale e spirituale.

L’eredità dell’uomo

Riflessioni su Poesia paesaggio di Paolo Bassani

Trovo, nella prefazione di Giuseppe Sciarrone alla raccolta, una convincente e condivisibile constatazione: “Il titolo stesso ci avvia ad intendere che il sentimento ispiratore di questa silloge è quello […] di creare una simbiosi armonica tra gli elementi paesaggistici della terra di Liguria e la vita interiore del poeta. Paesaggio d’anima, dunque, il suo: di qui l’assenza del descrizionismo impressionistico.

Nazario Pardini

Lettura di testi di autori contemporanei – volume V

È appena uscito, per le edizioni The Writer, il nuovo corposo volume del poeta, scrittore e critico letterario toscano Nazario Pardini che raccoglie la sua attività critica, di lettura e approfondimento, su testi e autori italiani della nostra età. Si tratta del quinto volume che viene pubblicato sotto il titolo Lettura di testi di autori contemporanei, collettanea di studi critici, saggi, recensioni, commenti e vari altri generi di testi dove Pardini ha fatto dell’atteggiamento speculativo, elucubrativo e di scandaglio lessicale le sue progrative principali.

Una vita riscattata (Lucia Tumino)

Un libro di Tito Cauchi

La condizione della donna, mortificata dalle leggi non scritte dagli uomini (padri, mariti, fratelli e parenti), la dignità che sorregge, stati d’animo tutti di turbamento, di ansia, di abbattimento, eppure mai trovi un’imprecazione.
Una poesia monocorde che commuove.

Corrado Calabrò. il poeta dell'astrofisica

Il giurista, scrittore e poeta che ha rigenerato la poesia contemporanea aprendo la sua dimensione onirica alla scienza

Non prefazioni, commenti critici, note di lettura, elementi paratestuali; il lettore è immediatamente catapultato all’interno del breve, eppure assai notevole sentiero, che Calabrò – poeta di lungo corso con vari riconoscimenti di livello internazionale – ci propone. Vi troviamo alcune poesie già note perché apparse in precedenti raccolte – mi riferisco a quelle che riportano la data di 2000 o 2002 – e in particolare un estratto del geniale poemetto Roaming del quale il critico Fabia Baldi ha fornito una lettura attenta e perspicace in L’altrove nella poetica di Calabrò (Arace, 2019), un voluminoso saggio sull’opera di Calabrò.

Francesco D'Episcopo

Maestro di vita e di cultura

Nella raccolta poetica, dal titolo Anima, sono presenti le mille sfaccettature di un’unica anima, ossia quella di Francesco D’Episcopo, professore di Letteratura italiana, Critica letteraria e Letterature comparate presso il Dipartimento di Filologia moderna “Salvatore Basaglia” della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Tra un niente e una menzogna

Il giro armonico di Nicola Romano

In questo libro la poesia di Nicola Romano è – mutuando un termine che appartiene alla musica – un crescendo che raggiunge, proprio sul finire, il suo apice.
Sì, perché lì, sul concludersi, si attua in modo definitivo e chiarissimo il senso più riposto dell’intera sua poetica; lì si trova ciò che fino a quel momento, forse, non si era interamente ultimato; lì erutta il vulcano dopo aver tenuto nella fornace del suo ventre la lava che ora esce – come una bomba di luce e di fiamme – e fertilizza, lungo la sua colata, ogni centimetro di terra che incontra.

Erice: la perla di Sicilia

Tra mito e storia: uno dei borghi medioevali più belli e suggestivi d’Italia

A nord della Sicilia occidentale, in osmosi con Trapani, si erge “U Munti”. Così è chiamata dai trapanesi la montagna di Erice, citata sin dal tempo dei Normanni come Monte San Giuliano per il leggendario intervento del Santo quando gli arabi furono cacciati dalla città.
Ad Erice, come tornò a chiamarsi nel 1936, gli vennero riconosciute ed acclarate le sue origini sicane ed elime, come quelle di Segesta, Entella e Longuro (sul Monte Bonifato).

Vittorio Sereni e il Trittico della Memoria

Illustre poeta e scrittore della letteratura italiana del secondo Novecento

Per scrivere del Trittico della Memoria di Vittorio Sereni è importante inquadrare la sua persona brevemente. Vittorio Sereni è una delle voci più rappresentative del panorama letterario novecentesco in Italia. Inquieta e irrisolta, la sua opera poetica registra i movimenti, intimi e non, che accompagnano il prepararsi del secondo conflitto mondiale, gli anni della guerra e il periodo postbellico.

“Il richiamo”: recensione di Giuseppe A. Bertoli

Ho letto “Il richiamo” di Maria Teresa Infante non una, ma due volte di seguito sia per la prosa alta, pulita, fluida, sia per la poesia che intride il romanzo.
Mi hanno colpito tutti i protagonisti e le loro vicissitudini, specie chi ha dovuto abbandonare, suo malgrado, la terra d’origine, il decantato, assolato Tavoliere, abbandonata a sua volta dal potere politico, per trovare una sistemazione al Nord, nella fattispecie in Piemonte, mantenendo intatte le proprie radici.

Rosso Sangue: il colore dell'amore

Ho davanti Rosso sangue – di Maria Teresa Infante – un libro di poesia diverso dagli altri, e non tanto per il carattere monografico quanto per la sua peculiarità di assemblare in un tutto armonico versi e prosa, a dimostrazione del fatto che, quando si parla di creatività, i generi letterari non contano.
La premessa si è resa necessaria perché, pur trattandosi di poesie, voglio iniziare a parlarne riportando alcuni passaggi tratti dal monologo conclusivo e dal prologo a firma dell’autrice stessa.
Da “Indignata speciale”: La morte è servita! (Il pensiero come arma salvifica): “[…] Un goccio d’acqua per favore! Acqua, tanta acqua, che cada dal cielo in terra a lavar via l’onta, il dolore, lo sporco. Lo sporco, mio Dio, andrà mai via questo rosso antico? Acqua per favore, il battistero è secco da una vita.

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