Dove precipita l'assenza

(D'Angelo Sergio)


Un pensiero ingiallisce nell'inginocchiatoio del Duomo,
lega attese sulla canicola dei tetti, infilza volti sull'intonaco
e scompone l'odore ai gerani, dove precipita la tua l'assenza.
Manchi al tedio dei tigli, al giorno posato di sbieco sulla pelle,
manchi al sonno del vaso, all'inconsistenza dei miei occhi,
manchi all'inerzia delle mani, rami che si incielano nel supplizio
di luglio.
Nessuna distanza potrà mai slegare un ricordo!
E cosi ti aspetto nell'intanarsi dei giorni, che di te, ricompongono il puzzle
nel trillo di un sms, ti aspetto su panchine riesumate di luce e vernice fresca.
Ai bordi della strada pendono numeri e parole.
Su una crepa d'azzurro insorge un tramonto,
e io confesso all'afflusso di quattro sillabe appena abbozzate che ti amo.
Senza forma né peso, incassata sul grumo d'ombra di una casa,
trasale un giro di luna
e ti penso!