Nati orfani di Abele

(Serio Anna)


E muto il vento urla
immobili sospiri
stasera,
nell'ora in cui la mano
del figlio di Adamo
dona mortali carezze alla sua Eva,
sotto l'inganno di un cuore nero.

Lacrime di acida lava
piange il cielo inorridito,
nell'ora in cui Caino strappa il fiore
sbocciato dalla propria carne,
nella follia d'odio ancestrale
di calpestare suo fratello.

Pietoso il mare accoglie anime
di spighe falciate premature
e con ira annega l'orrore,
inondando le innocenti sponde.
E dal suo ventre dilaniato
la madre terra violentata
partorisce un doloroso
marcio letame di frutti,
e rinnega i suoi figli,
nati orfani di Abele.

Ma il giorno sorge ancora
dalla buia notte
e spunta un filo d'erba verde
speranza dal fango insanguinato.
A primavera,
nascerà ancora
un nuovo fiore d' Amore.